Regioni, documento per il rilancio del welfare. “A rischio il sistema dei servizi sociali”

by Sergio Segio | 25 Ottobre 2012 18:27

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BARI – Ancora una volta le Regioni esprimono preoccupazione per la grave situazione in cui versano le politiche sociali nel nostro Paese, perché la carenza di servizi in un momento così difficile può portare ad una definitiva paralisi. E questa volta nessuna lettera è indirizzata al Governo ma un vero e proprio documento con tanto di richieste puntuali su ogni questione affrontata.
Certamente il contesto di riferimento è quanto mai grave e le Regioni lo descrivono in maniera puntuale: “forte aumento della disoccupazione (10,7%), con forte riflesso sulla mano d’opera femminile; aumento delle povertà  assolute e delle nuove povertà , con un incremento negli ultimi anni del 14%; crescita del disagio delle famiglie e dei minori per i problemi sopra evidenziati, cui si aggiungono problemi collegati alle fragilità  di disabili e anziani, soprattutto se non autosufficienti; crescente aumento della domanda alle amministrazioni locali per l’inserimento dei disabili nella scuola per la diminuzione del personale di sostegno”.  Le proposte delle Regioni sono minuziose. Occorre innanzitutto definire il finanziamento prioritario per gli Obiettivi di servizio, un lavoro intrapreso da tempo dalle Regioni e che va completato e ultimato. 
Il secondo filone, cospicuo, è quello dell’occupazione nel sistema dei servizi sociali. Secondo l’indagine del CNR del 2009 “risulta che gli addetti dell’assistenza sociale pubblica e non, (istituzionale e residenziale) superano le 900mila unità , di cui circa 500mila inserite nelle istituzioni no-profit e nella cooperazione”. A questi vanno ad aggiungersi anche coloro che si occupano del lavoro di cura familiare (badanti e assistenti all’infanzia) stimati in oltre 1,4 milioni di persone. “Ci troviamo quindi di fronte – si legge nel documento – a circa 3 milioni di occupati. In questo ambito, le Regioni registrano quindi la perdita di oltre 40mila posti di lavoro”. Da qui la proposta delle Regioni di “garantire risorse indispensabili per il sistema dei servizi alla persona anche ai fini di salvaguardare posti di lavoro e quindi la crescita economica.”

La Conferenza delle Regioni si è più volte discostata dalle “politiche spot”, frammentate, finanziate negli ultimi anni dai vari governi, richiamando sempre la necessità  di ripristinare il Fondo unico per il finanziamento delle politiche sociali “non finalizzato, per una confluenza di risorse che risponda ad un’esigenza di una programmazione regionale organica e strutturata sul territorio”. È noto infatti che il Governo ha ridotto del 98%, negli ultimi quattro anni, le risorse nazionali per le politiche sociali attribuite alle Regioni. Anche in questo caso la proposta è puntuale: “la ricostituzione alle Regioni di un Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per il 2013, che sia almeno pari al finanziamento 2009 (520mila euro circa), corrispondente ad un 50% circa dei decrementi 2011/2012,implementati dai residuali finanziamenti oggi frammentati tra famiglia e pari opportunità ”. La proposta non è priva di un impegno serio da parte delle Regioni: “a ciò, corrisponderà  l’impegno regionale di non diminuire le risorse per riportare il funzionamento del sistema sociale a livelli accettabili”.  L’ultimo grosso filone è rappresentato dalla non autosufficienza. Il Fondo nazionale nel 2011 è stato soppresso, e, ad oggi non si conosce il finanziamento per il 2012. “I limitati interventi per la SLA” dicono le Regioni, non possono affrontare “in maniera organica il tema della non autosufficienza” e, mentre si riducono le risorse, aumentano i ricoveri inappropriati nelle Regioni a causa della riduzione dei servizi dedicati alla non autosufficienza. Per questo – concludono le Regioni – occorre avviare “un tavolo di confronto con i Ministeri del Welfare e della Salute, coinvolgendo le corrispondenti Commissioni Politiche Sociali e Salute della Conferenza delle Regioni e P.A., in modo da elaborare proposte condivise e fattibili nell’attuale situazione istituzionale ed economica”. (spa)

 

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