Obama-Romney, duello tv al veleno sotto il fuoco incrociato degli indecisi

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NEW YORK — Finalmente Barack Obama e Mitt Romney hanno trovato un accordo pieno. Sono uniti contro la moderatrice del dibattito di stasera. Candy Crowley, la più autorevole anchorwoman di Cnn è riuscita a coalizzare contro di sé lo staff democratico e quello repubblicano. La sua colpa? «Mi rifiuto di essere una presenza passiva, io non farò la parte della mosca sulla tappezzeria», ha dichiarato la giornalista alla vigilia del duello tv che può rivelarsi decisivo. Così la Crowley ha messo in massima allerta i consiglieri del presidente e del candidato repubblicano.
Il “formato” del secondo duello televisivo, che si tiene stasera all’università  di Hofstra (Long Island) vicino a New York, è stato oggetto di lunghi e laboriosi negoziati tra i due campi. Ogni dettaglio è stato concordato. Lo stile è “town-hall”, cioè tocca ai cittadini- elettori fare le domande. Nell’aula saranno ammessi 80 elettori “indecisi”, selezionati coi metodi della Gallup, la più antica agenzia di sondaggi demoscopici. Il campione deve essere perfettamente bilanciato in base a criteri di età , sesso, etnìa, condizioni socio-economiche, religione. E la giornalista? In base al “contratto” stilato fra democratici e repubblicani, praticamente dovrebbe accontentarsi di filtrare le domande che le saranno sottoposte in anticipo, dosandole in modo che affrontino vari argomenti e che non ci siano ripetizioni. Dopodiché, non le resterà  che passare il microfono a chi di turno? «Non ci penso neanche — ha dichiarato la Crowley — perché se un candidato parla di arance quando la domanda è sulle mele, io mi riservo di riprenderlo e costringerlo a rispondere».
La reazione durissima degli staff elettorali, che hanno presentato una “diffida preventiva” contro la giornalista alla Commissione sui dibattiti presidenziali, è proporzionale alla posta in gioco. Soprattutto nel campo democratico, si respira quasi un’atmosfera da ultima spiaggia. Come se il dibattito di stasera fosse l’unica speranza di cancellare il ricordo della pessima performance di Obama a Denver (3 ottobre) e quindi arrestare la rimonta irresistibile di Romney. Ancora ieri i sondaggi hanno confermato come la battaglia sia diventata incerta. L’ultima rilevazione del Washington Postcon Abc dà  ancora un esile vantaggio nazionale al presidente, 49% contro 46%, che è comunque inferiore al margine di errore statistico. Inoltre Romney vince in base a un altro indicatore, cioè il livello di “entusiasmo” tra i suoi sostenitori: un fattore che può pesare sull’affluenza alle urne. Il 62% di coloro che hanno intenzione di votare per l’ex governatore del Massachusetts si dicono «molto entusiasti», il doppio rispetto al livello che aveva John McCain nel 2008. Un altro sondaggio, quello effettuato dalla Washington University per il sito Politico.com, dà  un solo punto di vantaggio a Obama (49% contro 48%), e soprattutto contiene un altro segnale ben più allarmante per i democratici: in questa rilevazione Romney è passato in vantaggio nei 10 Stati “in bilico”, quelli dove effettivamente si giocherà  la partita il 6 novembre.
Di qui il nervosismo che circonda il duello di stasera, con inizio alle 21.30 locali (le 3.30 di mattina del mercoledì in Italia). Obama è “costretto a vincere”, una condizione sempre scomoda; anche se i suoi sostenitori ricordano che in passato fu in queste situazioni disperate che diede il meglio di sé. La Crowley è la prima donna a moderare un dibattito da 20 anni. La sua grinta è destinata a creare un contrasto rispetto al moderatore precedente, il criticatissimo Jim Lehrer della tv pubblica
Pbs, che secondo i democratici fu così passivo da favorire Romney. A Denver il 3 ottobre il repubblicano riuscì spesso a prendere in mano la conduzione. Ma stasera è Obama che ha bisogno di passare all’attacco.


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