by Sergio Segio | 6 Ottobre 2012 6:29
NEW YORK — La disoccupazione che scende sotto l’8 per cento per la prima volta in 43 mesi è il regalo più bello che Barack Obama poteva farsi a un mese esatto dalle elezioni che il 6 novembre decideranno il futuro suo e dell’America.
«La disoccupazione è scesa al livello più basso dall’inizio della presidenza» ha urlato alle migliaia di supporter nel comizio alla George Mason University vicino a Washington. «Più americani entrano a far parte della forza lavoro: sempre più gente trova lavoro».
L’entusiasmo del presidente è giustificato almeno due volte. Perché la buona novella arriva all’indomani del disastroso primo duello televisivo con Mitt Romney. Ma soprattutto perché il 7,8 per cento registrato è la prova che tutto sommato con lui il sistema è ripartito. Anzi: «Ormai questo paese è andato così lontano che non può più tornare indietro ». Indietro, per lui, vuole riportarlo il miliardario Romney che all’indomani della riconquistata fiducia con la sfida tv ha deciso di proseguire nella svolta al centro con cui spera di riguadagnare consensi. Prima, infatti, ha ripudiato il famoso discorso sul 47 per cento, quello del video segreto in cui insultava la metà
dell’America che non ha i soldi per pagare le tasse. E adesso, con l’annuncio sulla disoccupazione che rilancia Obama, non ci sta a farsi scavalcare dai numeri che definisce senza mezzi termini bugiardi. La disoccupazione, spiega al suo comizio in Virginia, cala perché la gente non ha più fiducia e non si mette nemmeno più a cercare un posto. «Questa non è ciò che si chiama una ripresa. Sì, sembra che stia migliorando, ma c’è meno gente che partecipa alla forza lavoro:
se contassimo tutti quelli che c’erano quando il presidente è stato eletto il nostro tasso sarebbe all’11 per cento». Romney sostiene che con Obama l’intero sistema manifatturiero ha perso in tutto 600mila posti. E sui numeri ovviamente è battaglia.
Ancora prima che fossero resi noti lo spinning della macchina repubblicana ha cominciato a suggerire che qualcuno, in testa l’ex ceo della General Electric Jack Welch, avrebbe addirittura potuto manipolarli: ipotesi definita “ridicola” dal segretario al lavoro, Hilda Solis. Sì, 114mila posti di lavoro in più — che sono quelli appunto registrati ieri — non sono certo i 200mila che secondo gli esperti servirebbero a consolidare l’economia. Ma che le cose stiano andando meglio del previsto è testimoniato anche dai dati al rialzo di luglio e agosto: con l’aggiunta complessiva di altri 86mila posti. Nessun presidente da Franklyn Delano Roosevelt in poi, che dovette confrontarsi con la Grande Depressione, è stato mai eletto con un tasso di disoccupazione superiore al 7,2 per cento. E lo stesso Obama aveva confessato in un’intervista subito dopo l’insediamento che sapeva di non poter certo sperare in una rielezione con le percentuali sopra l’8 per cento. Incredibile ma vero: a un mese dal voto il miracolo. Vuoi vedere che a un mese del voto Barack è riuscito a centrare proprio la promessa più difficile?
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