No-Triv day, festa di lotta sul mare Adriatico

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Quello di ieri è stato il quinto raduno anti-trivelle dopo quelli di Lesina e delle Isole Tremiti, in provincia di Foggia, Termoli in Molise e Monopoli, sempre in provincia di Bari. Un movimento ambientalista nato negli ultimi anni, con l’unico scopo di difendere l’Adriatico e le sue bellezze dalle prospezioni in mare ad opera della multinazionale Petroceltic Elsa, autorizzata alla ricerca di idrocarburi a poche miglia dall’area marina protetta dell’arcipelago delle Diomedee. Un pomeriggio di mobilitazione pacifica, che ha vissuto un breve momento di tensione soltanto all’inizio della manifestazione, quando alcuni sindaci della provincia di Foggia non hanno gradito l’esposizione di alcune bandiere e simboli politici da parte di alcuni gruppi del corteo. Aperto dai rappresentanti di tantissimi comuni della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo, le tre regioni che si affacciano sul versante Adriatico che da tempo hanno unito le loro forze in questa battaglia. Subito dietro tantissimi gli studenti, le associazioni, i sindacati e semplici cittadini. Testimonial d’eccezione, la foggiana Vladimir Luxuria, che in serata è salita sul palco accanto a Francesco Baccini ed altri gruppi musicali della provincia di Foggia, per il concerto che ha concluso la giornata.
Nel corteo presenti tra gli altri, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’onorevole Michele Bordo e il senatore Carmelo Morra. Presente anche Franco Salcuni di Legambiente e Stefano Pecorella, presidente del Parco Nazionale del Gargano. Che definito la manifestazione «gioiosa, ma di protesta contro i decreti emanati per le ricerche petrolifere ha un duplice effetto: sensibilizzare i cittadini contro uno sviluppo del tutto incompatibile con le bellezze paesaggistiche e naturalistiche della costa adriatica, e mobilitare le istituzioni tutte affinché si proceda ad una riforma normativa per l’abrogazione di quelle norme che ancora oggi consentono di poter trivellare nei nostri mari».
«Siamo in prima linea per difendere il futuro dei nostri figli, per difendere il futuro del nostro territorio – ha invece dichiarato l’ex parlamentare Vladimir Luxuria -. Il petrolio della nostra terra è il turismo». Un pensiero espresso anche sui tanti striscioni che hanno colorato la manifestazione: da «Insieme si può» ai più duri «La vostra speculazione è la nostra opposizione», fino a quello più emblematico: «Questo mare è l’unico che abbiamo».
Ma non è soltanto l’Adriatico ad essere esposto alle minacce delle trivelle delle compagnie petrolifere. Perché nell’aprile del 2010, l’Ufficio minerario idrocarburi geotermia del ministero dello Sviluppo economico, concesse alla Shell Italia la ricerca petrolifera offshore nel Golfo di Taranto. Le zone interessate coprono un’area di 1.356 chilometri quadrati tra le coste pugliesi e quelle calabre. I mari della Puglia sono infatti cerchiati in rosso sulla mappa del gruppo Royal Dutch Shell, come una delle zone più importanti per l’Europa continentale con opportunità  di crescita nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi.


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