No alle politiche della Troika Sì a lavoro, democrazia, reddito

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La Cgil ha appena fatto la sua manifestazione, sabato 20. E già  sabato 27 se ne annuncia un’altra. Ma di segno decisamente più netto. La differenza? È una manifestazione politica, non solo sindacale. «No Monti Day» è un titolo senza equivoci: questo governo e tutta la sua politica devono scomparire. Ed è una manifestazione libera da ogni condizionamento esercitabile da quella parte di «sinistra» che, questo governo, lo sostiene con i propri voti in Parlamento.
L’appello – sottoscritto da decine di organizzazioni, sia politiche che sindacali, e centinaia di «persone libere» non fa mistero degli obiettivi e non li subordina a una «strategia delle alleanze elettorali». Chiama a scendere in piazza per dire «No a Monti e alla sua politica economica che produce precarietà , licenziamenti, disoccupazione e povertà ; no alle controriforme liberiste, oggi e domani».
E quindi anche un «No all’Europa dei patti di stabilità , del Fiscal Compact, dell’austerità  e del rigore, che devastano da anni la Grecia e ora L’Italia». Ma non di solo pane vive chi lavora e un posto importante assume il «No all’attacco autoritario alla democrazia, no alla repressione contro i movimenti ed il dissenso, no allo stato di polizia contro i migranti».
Ma c’è un ragionamento in positivo, non «pura opposizione» dal sapore sterile («ideologico», direbbero quelli che servono fedelmente l’ideologia neoliberista come se fosse una condizione «naturale»). E quindi «Sì al lavoro dignitoso, allo stato sociale , al reddito, per tutte e tutti, nativi e migranti». Ma un altrettanto forte «Sì ai beni comuni, alla scuola e alla ricerca pubblica, alla salute e all’ambiente, a un’altra politica economica pagata dalle banche, dalla finanza dai ricchi e dal grande capitale, dal taglio delle spese militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione dei privilegi delle caste politiche e manageriali, sì alla cancellazione di tutti i trattati che hanno accentrato il potere decisionale nelle mani di una oligarchia». E infine «Sì alla democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro, fondata sulla partecipazione, sul conflitto e sul diritto a decidere anche sui trattati europei».
«Vogliamo manifestare per mostrare che c’è un’altra Italia che rifiuta la finta alternativa tra schieramenti che dichiarano di combattersi e poi approvano assieme tutte le controriforme, dalle pensioni, all’articolo 18, all’IMU, alla svendita dei beni comuni, così come c’è un’altra Europa che lotta contro l’austerità  e i trattati UE». Anche sulle modalità , massima chiarezza: «Promuoviamo una manifestazione chiara e rigorosa nelle sue scelte, che porti in piazza a mani nude e a volto scoperto tutta l’opposizione sociale a Monti e a chi lo sostiene».
Tra i promotori – impossibile citarli tutti – sindacati di base e non (Rete28Aprile Cgil, Usb, Cobas, Cub, Unisin, Usi, Snater, ecc); movimenti come il Comitato No Debito, i No Tav della Val di Susa, Comitato Sisma.12 (Emilia-Romagna) e partiti piccoli e grandi della sinistra radicale (Rifondazione, Rete dei comunisti, Sinistra Critica, Pcl, Sinistra popolare, ecc). Tra le personalità  più note il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Guido Viale, Lidia Menapace, Dante De Angelis, Ezio Gallori, Riccardo Antonini, Antonio Mazzeo, Vittorio Agnoletto, Ciro Pesacane, Alfonso Gianni. E una marea di comitati, collettivi, coordinamenti di studenti e precari, centri sociali, radio. Appuntamento a piazza della Repubblica, alle 14,30, poi corteo fino a S. Giovanni.


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