Merkel rimette Madrid sulla graticola

by Sergio Segio | 20 Ottobre 2012 6:30

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BRUXELLES — Lo scontro tra la cancelliera tedesca di centrodestra, Angela Merkel, e il presidente socialista francese, Franà§ois Hollande, è stato composto con un accordo di compromesso sulla vigilanza bancaria da centralizzare presso la Bce di Mario Draghi. Nella due giorni del Consiglio dei capi di Stato e di governo, a Bruxelles, il testo finale ha lasciato vaghi alcuni punti delicati, consentendo di avvicinare le posizioni contrapposte della Germania e della Francia, che guidano rispettivamente i Paesi del Nord, indisponibili a spendere di più per l’Europa, e quelli del Sud, vicini all’Eliseo per ottenere nuovi aiuti comunitari.
Merkel ha smentito di essere condizionata dai suoi interessi elettorali in vista del voto del settembre 2013 in Germania, come aveva accusato Hollande. Ha aggiunto che, nonostante le differenze politiche con il presidente francese, i loro rapporti sono «molto buoni» e «lavoreremo sempre bene insieme». Hollande ha dichiarato di aver ottenuto «un buon compromesso, con una tempistica più veloce possibile».
La cancelliera è riuscita però a rallentare l’attuazione della vigilanza bancaria centralizzata, che farebbe scattare i finanziamenti diretti del fondo salva Stati (Esm) alle banche spagnole. In questo modo non dovrà  giustificare nuovi esborsi per l’Europa prima delle elezioni 2013. Hollande ha preteso in cambio un testo meno generico rispetto al precedente summit di giugno.
Le regole della supervisione dovranno essere definite entro il 1° gennaio 2013. Nello stesso anno la Bce inizierà  a controllare le banche sotto programma di aiuti, poi quelle di interesse sistemico e, infine, tutte le circa 6.000 europee (verosimilmente si sarà  già  nel 2014). Il premier Mario Monti ha detto che è stato evitato il rischio di rinviare «alle calende greche» e che ora «è presumibile che a un certo punto del 2013 il sistema di supervisione sia operativo» e «la ricapitalizzazione diretta potrà  aver luogo da quel momento». Il presidente dell’Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ha ricordato che spetta ai ministri finanziari accordarsi sugli aspetti tecnici e ha previsto «l’autunno» 2013 per le ricapitalizzazioni.
Merkel ha escluso coperture dell’Esm sui «buchi» del passato. «Non ci sarà  nessuna ricapitalizzazione diretta retroattiva — ha precisato —. Se una ricapitalizzazione sarà  possibile, lo sarà  solo in futuro, quindi penso che, quando il supervisore bancario sarà  operativo, non avremo più problemi con le banche spagnole, o almeno lo spero». La Germania e gli altri Paesi del Nord hanno anche fatto rinviare la garanzia comune sui depositi delle banche, che servirebbe a ridurre le fughe di capitali verso l’estero (emerse in Spagna e Italia).
Hollande ha ottenuto un messaggio di appoggio alla Grecia. Monti ha detto che ora nel summit «nessuno pensa, né chiede di escludere la Grecia dall’eurozona, né di metterla in una posizione in cui si autoescluda». Il premier greco Antonis Samaras ha invitato gli alleati Hollande e Monti ad Atene. Inoltre è passata la proposta francese di far partire rapidamente il fondo Ue per la crescita e l’occupazione. Si proverà  a lanciare già  da gennaio la Tobin tax nei Paesi favorevoli. Il fronte del Sud ha poi convinto Merkel a mettere da parte la proposta di un «superministro» Ue per l’euro con poteri di veto sui bilanci dei Paesi con i conti pubblici in difficoltà . Tra questi sembra esserci l’Italia. Ma Monti ha detto che continua l’opera di «sensibilizzazione» in Europa sull’introduzione della golden rule per non far calcolare nel deficit gli investimenti per crescita e occupazione. Ha escluso preoccupazioni per l’aggravamento del debito pubblico e della recessione, sostenendo di non aver «alcun pentimento per aver sbagliato negli obiettivi di strategia economica». Si è anche iniziato a parlare del bilancio Ue 2014-2020, che coinvolge un trilione di euro, in vista del prossimo vertice di novembre. E subito il premier britannico David Cameron ha minacciato il veto.

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