by Sergio Segio | 2 Ottobre 2012 7:39
Dieci miliardi di euro di Pil in meno ogni anno. Tra i cinquanta e i sessanta miliardi di euro a carico dei bilanci pubblici, il che significa quasi mille euro l’anno a testa. Quattro milioni e mezzo di italiani, pari al 12% della popolazione, che negli ultimi dodici mesi si sono sentirti chiedere, direttamente o indirettamente, una tangente. Si paga per tutto, spesso anche solo per avere cose che ci spetterebbero di diritto. Si paga per lavorare, per avere un permesso o una licenza, ma anche per poter ricorrere ai servizi sanitari. Bisogna pagare mazzette per ottenere giustizia o per avere accesso all’istruzione. Una corruzione dilagante, che vede l’Italia tra i paesi più colpiti da un fenomeno che Libera, Legambiente e Avviso pubblico definiscono come giustamente un cancro.
I dati di questa tangentopoli infinita sono contenuti nel dossier «Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce e inquina il Paese» presentato ieri dalle tre associazioni. Ma più che di una tassa occulta forse sarebbe il caso di parlare di un pizzo che milioni di cittadini sono costretti a pagare, con gli stessi effetti devastanti sull’economia del paese e delle famiglie. Sì perché, come sottolinea bene il rapporto, se la corruzione si allarga con le sue metastasi in tutta la penisola, a pagarne le conseguenze sono le fasce più deboli, penalizzate perché private di servizi che non possono più essere garantiti. «La corruzione tiene in ostaggio la democrazia del nostro paese», ha denunciato ieri don Luigi Ciotti ricordando come, quando mancano ormai pochi mesi alle elezioni, il tanto promesso disegno di legge che dovrebbe arginare questo fenomeno criminale anziché procedere «perde pezzi per strada». «Vi prego servono scelte chiare, nette, concrete – ha proseguito il fondatore di Libera rivolgendosi alla classe politica -. Non sono possibili deviazioni, ma purtroppo questo sta avvenendo».
Sono passati 19 anni da Mani pulite, ma tutto sembra essere rimasto come prima, se non peggio. Anche se si tratta di un fenomeno globale («secondo la World Bank – scrive il dossier – nel mondo sono pagati ogni anno più di 1.000 miliardi di dollari in tangenti, va sprecato a causa del corruzione circa il 3 per cento del Pil mondiale»), in Italia le percentuali si impennano drasticamente. Siamo ormai «a livelli mastodontici», denuncia il rapporto, e i danni provocati non solo solo economici ma anche politici, sociali e ambientali. Come la delegittimazione delle istituzioni o della classe politica e l’affermarsi di meccanismi di selezione che premiano corrotti e corruttori nelle carriere economiche, politiche, burocratiche.
La Corte dei conti ha calcolato quanto tutto questo pesa sui bilanci pubblici, indicando un cifra che oscilla tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno. Possibile cartina di tornasole sono le grandi opere: tra il 2007 e il 2011 il costo di 33 di queste è passato da 574 a 834 milioni di euro, con un rincaro del 45% sul prezzo di aggiudicazione. In questa situazione è chiaro che chi vuole prendere scorciatoie sguazza liberamente realizzando affari di tutti i tipi. Si va dalle discariche abusive e dal traffico illecito di rifiuti, all’abuisivismo edilizio, compiuto grazie alla compiacenza di amministratori pubblici pronti a chiudere gli occhi in cambio di denaro. Le inchieste danno l’entità del fenomeno. Dal 1 gennaio 2010 al 30 settembre 2012 – prosegue il rapporto – sono state 1.109 le persone arrestate in Italia nelle 78 inchieste sul reati ambientali. 15 le regioni coinvolte nelle indagini, con un primato, per numero di arresti, in quelle dell’Italia Nord Occidentale.
Ma c’è anche una corruzione che uccide. «Tra le molte vittime – è scritto ancora nel dossier – bisogna annoverare anche quelli che pagano con la vita o con la salute l’arricchirsi di funzionari pubblici a libro paga dei corruttori». Come quei politici che intascano fondi altrimenti destinati ad aiuti umanitari e a investimenti nel settore della sanità . Anziché migliorare, il servizio in questo modo peggiora e a pagare, ancora una volta, sono i cittadini. «E’ stata dimostrata una forte correlazione tra il tasso di mortalità infantile – riferito a bambini fino a 5 anni – e la diffusione della corruzione», scrive il dossier. Stime molto prudenti portano a ipotizzare che l’1,6% dei decessi di bambini nel mondo sia attribuibile indirettamente alla corruzione, ovvero più di 140 mila morti l’anno. Applicando la stessa percentuale nel nostro Paese, si arriverebbe a una stima di 202 bambini l’anno morti a causa delle tangenti. Ma, conclude il rapporto, «una simile scala di grandezze è probabilmente da applicare a tutti i decessi, in qualsiasi fascia di età , considerando l’influsso negativo della corruzione sull’efficacia delle cure e sulla qualità dei servizi resi ai pazienti».
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12% PAESE DA «RECORD» Un italiano su 8 si è visto chiedere una tangente negli ultimi 12 mesi. Questo significa il coinvolgimento personale di circa 4 milioni e mezzo di cittadini italiani in almeno una richiesta, più o meno velata, di tangenti.
Il sistema della mazzetta ci costa 10 miliardi di euro di Pil in meno ogni anno.
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