by Sergio Segio | 6 Ottobre 2012 6:27
Il presidente della Repubblica italiana si riferiva alla decisione della Procura di Stoccarda di rinunciare all’azione penale verso otto ex componenti delle SS per il massacro di Sant’Anna di Stazzema, paese della provincia di Lucca nel quale i nazisti il 12 agosto 1944 uccisero 560 cittadini italiani, tra i quali 107 al di sotto dei 15 anni d’età e undici al di sopra dei sessant’anni.
Non è frequente che il capo dello Stato commenti, e così, provvedimenti di magistrature straniere. Ma l’incongruenza e l’oggettiva sfrontatezza della misura adottata a Stoccarda hanno spinto Napolitano ad affrontare l’argomento in pubblico. In un messaggio al sindaco di Bellona, provincia di Caserta, in vista del 69° anniversario di un altro eccidio nazista, il presidente ha scritto di registrare «con profondo rammarico» quelle motivazioni. A Bellona, il 7 ottobre 1943, la morte di un soldato tedesco ucciso dopo una sua incursione tra gli abitanti fece scattare una rappresaglia: 54 civili italiani ammazzati e sepolti in una cava di tufo. «La memoria della strage deve essere perpetuata», ha scritto Napolitano al sindaco del paese Filippo Abbate, affinché quelle vite spezzate siano «di monito e di insegnamento per le nuove generazioni e le inducano a profondere ogni possibile sforzo per la costruzione di un mondo fondato sui valori di libertà ».
Per capire però quanto il passo critico e pubblico di Napolitano non possa essere confuso con grossolanità antitedesche vanno tenuti presenti alcuni aspetti del procedimento su Sant’Anna di Stazzema. Il presidente non ha attaccato la magistratura tedesca né la Germania, con la quale ha ottimi rapporti da quando, responsabile degli Esteri di Botteghe Oscure, strinse più di tutti gli altri dirigenti del Pci legami con i socialdemocratici della Spd. Il suo «sconcertanti» è stato mirato sulle motivazioni dell’archiviazione, sulla quale è già in moto un ricorso. Ed ecco che cosa c’è scritto nelle motivazioni: «Il fattore determinante per la decisione di archiviare l’inchiesta è stata l’impossibilità di addurre con la sicurezza necessaria ai fini di un atto di imputazione prove documentali comprovanti che il massacro sia stato un atto di sterminio volto contro la popolazione civile eseguito su comando e programmato già in anticipo».
Che 560 assassinii di civili possano essere stati provocati da un atto privo di premeditazione è tesi improponibile. La Procura di Stoccarda nel comunicato del primo ottobre ha sostenuto: «… sussiste infatti anche l’eventualità che l’operazione in origine avesse come obiettivo la lotta ai partigiani e la cattura di uomini in grado di lavorare da deportare in Germania e che l’ordine di fucilazione sia stato dato solo una volta risultata chiara l’impossibilità di conseguire tale obiettivo». Una valutazione che per Napolitano, e per la logica, non regge né giustifica.
Su Bellona, il presidente ha rivolto un «pensiero commosso alle 54 vittime innocenti travolte, insieme a tante altre, dall’inumana barbarie del nazifascismo che funestò l’Italia». Un pensiero che vale anche per Sant’Anna di Stazzema.
Maurizio Caprara
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