by Sergio Segio | 2 Ottobre 2012 7:29
Allora, oltre a una ricognizione, vennero effettuati anche degli stress test per verificare la tenuta degli impianti soprattutto per le varie condutture. Le 19 centrali segnalate, quattro delle quali vicine ai confini italiani, manifesterebbero delle «carenze» ma «in generale la situazione è soddisfacente» nota il commissario Ue all’energia Guenther Oettinger e non si chiede alcuna chiusura. Si fa però notare che mancano degli strumenti di misurazione sismica e gli equipaggiamenti di soccorso in caso di incidente non sono adeguati. Queste carenze erano già state individuate dall’autorità di sicurezza nucleare francese Asn e l’Edf, proprietaria delle centrali, si era già impegnata a provvedere. Gli impianti britannici, svedesi, spagnoli e tedeschi ne sono invece regolarmente dotati. Secondo gli autori del rapporto le centrali devono prevedere anche eventi estremi, come è accaduto in Giappone, e intervenire per garantire la sicurezza. Questo discorso vale per tutti i 134 reattori esaminati (58 sono francesi). Secondo l’indagine saranno necessari da 10 a 24 miliardi di euro per sanare completamente la situazione nelle 14 nazioni. Il nucleare in Francia è sotto la lente politica del presidente Franà§ois Hollande che ha già confermato la chiusura della centrale di Fessenheim, la più vecchia della rete francese, entro il 2016. Tuttavia, il rapporto, che dovrà essere consegnato ai rispettivi capi di Stato interessati per una valutazione, segnala anche un elemento a favore dei rettori francesi Epr di cui gli altri in Europa sarebbero sprovvisti. Esso riguarda un sistema di arresto che se fosse stato installato a Fukushima avrebbe impedito il disastro.
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