Immobili «Spa», subito 3-5 miliardi La pista Qatar

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Già  in pista il fondo dell’emiro del Qatar, in visita a Roma due settimane fa. Si alza il sipario sull’operazione taglia-debito disegnata dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, oggetto ieri di un seminario a porte chiuse cui sono stati invitati i presidenti delle Camere e esponenti politici. La composizione del patrimonio pubblico (350 miliardi), vede lo Stato centrale proprietario di meno del 15% degli immobili, il resto è degli enti territoriali, ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Stefano Scalera. Il valore patrimoniale degli «immobili oggi censiti di proprietà  dello Stato centrale è di circa 50 miliardi» ha aggiunto Grilli. L’80% è utilizzato come sedi di uffici, caserme, sportelli dello Stato (beni strumentali), mentre il 20% è difficilmente vendibile perché dato in uso a università , chiese, cimiteri. «Ora – ha detto Scalera – stiamo lavorando su questo 80% di patrimonio, ed entro metà  novembre le amministrazioni devono presentare i piani di razionalizzazione». Per ampliare il programma «bisogna pensare per esempio – ha detto Grilli – ad un regime di affitti per questi immobili: tutte domande molto rilevanti su cui le forze politiche devono riflettere». Una sollecitazione che riguarda l’uso attuale di immobili da parte dei ministeri che dovrebbero o pagare un affitto figurativo oppure, non potendo, trasferirsi in sedi meno costose e liberare gli uffici.
Il valore degli immobili «su cui possiamo lavorare subito» ha sottolineato il ministro, è «tra i 3 e i 5 miliardi». Si tratta delle caserme (un miliardo), dei beni già  conferiti alla Sgr della Cassa depositi e prestiti (un miliardo), dei 350 beni individuati dal Demanio potenzialmente conferibili ai nuovi fondi della costituenda Sgr (1,2 miliardi), dei terreni agricoli per 84 milioni. In più, poiché «la benzina dello Stato finisce presto» serve «il pieno coinvolgimento degli enti territoriali», titolari di immobili per 1,2 miliardi che dovranno copartecipare alla riduzione del debito dello Stato. La Sgr, che secondo Grilli «sarà  costituita a brevissimo, istituirà  «i fondi nei quali – ha detto Scalera – metteremo gli immobili, soprattutto quelli a sviluppo, cioè immobili su cui si potrà  attivare un’iniziativa economica, come hotel, bed & breakfast e altro». Ma il problema, ha ammonito Scalera, è «quanto il mercato è in grado di ricevere». Un mercato che in un anno in Europa ha fatto transazioni per 10 miliardi di dollari, anche nel 2012. «Quindi dobbiamo essere bravi ad inserire gradualmente gli immobili nei fondi, altrimenti poi crollano i prezzi» ha concluso. Nella documentazione del Tesoro, illustrata dal direttore generale della Finanza, Francesco Parlato, è emersa una scheda da cui si desume quanto poco convenga oggi vendere le partecipazioni del Tesoro nelle società  quotate. Le quote in Eni, Enel, Finmeccanica e Stm valgono oggi complessivamente 12,5 miliardi, in calo del 43% rispetto ai valori massimi registrati dal 2008 a oltre 22 miliardi: con la loro vendita si rinuncerebbe a dividendi per circa un miliardo l’anno, mentre il beneficio derivante dal risparmio per interessi dalla conseguente riduzione (per 12,5 miliardi) del debito pubblico sarebbe di soli 514 milioni. Il saldo sarebbe perciò negativo per 491 milioni.
Antonella Baccaro


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Il diritto a non essere licenziati senza giusta causa e giustificato motivo è l’impalcatura su cui si regge lo Statuto dei lavoratori. La motivazione è perfino ovvia: la paura di perdere il posto di lavoro rende più deboli, più silenziosi, più soli, meno capaci di rivendicare condizioni di lavoro migliori, meno forti nel difendere salute e sicurezza nel posto di lavoro. La paura rompe le solidarietà  tra eguali, avvelena la vita.

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