by Sergio Segio | 31 Ottobre 2012 16:10
ROMA – C’è una qualche speranza che la legge di stabilità contenga dopo anni di tagli quell’inversione di tendenza chiesta a gran voce dalla rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia”. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno infatti incontrato nel corso della mattinata, in momenti diversi, tutti i gruppi parlamentari presenti a Montecitorio e tutti i partiti hanno convenuto sull’idea che “ci vuole un segnale in questo senso”. L’ipotesi è quella di mettere a disposizione una cifra quantificata in “400 o 500 milioni di euro” complessivi, per rifinanziare almeno il Fondo per le politiche sociali e quello per la non autosufficienza. Segni di attenzione sono venuti anche riguardo alle altre richieste avanzata dalla rete, in particolare per ciò che riguarda il taglio del 10% alla sanità e l’aumento dell’Iva per le prestazioni delle cooperative sociali. “E’ un bilancio positivo – dice Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali – e vigileremo affinché il comportamento parlamentare rifletta le parole che ci sono state dette: è vero che i vari partiti hanno espresso modalità differenti attraverso cui arrivare al segnale di un rifinanziamento dei fondi sociali, ma è altrettanto vero che l’obiettivo da raggiungere è stato da tutti condiviso”.
In ordine cronologico, mentre in piazza Montecitorio oltre mille persone manifestavano per chiedere a governo e parlamento un’inversione di tendenza, la delegazione di “Cresce il welfare, cresce l’Italia” ha incontrato anzitutto il gruppo del Pd, con il capogruppo Franceschini e alcuni parlamentari (fra di essi, Margherita Miotto, Michele Ventura e Donata Lenzi), e a seguire il gruppo dell’Udc, guidato dal segretario politico Lorenzo Cesa e dai parlamentari Antonio De Poli e Gianluca Galletti. Successivamente, è stata la volta del gruppo Lega Nord, con i deputati Gianpaolo Dozzo e Massimiliano Fedriga, cui ha fatto seguito l’incontro con il vicepresidente del gruppo di Italia dei valori alla Camera Antonio Borghesi. Infine, è stata la volta prima del Pdl, con il capogruppo Fabrizio Cicchitto e alcuni parlamentari (fra di essi, Melania Rizzoli e Barbara Saltamartini) e a chiudere la mattinata il confronto con Benedetto della Vedova per il gruppo di Futuro e Libertà . A rappresentare la rete del welfare c’erano Paola Menetti di Legacoopsociali, Pietro Barbieri della Fish, Fausto Casini dell’Anpas, Stefano Daneri della Cgil e Filippo Fossati della Uisp.
In conferenza stampa, mentre ancora l’incontro con Fli è in corso, Paola Menetti fa il punto della situazione: “E’ da sottolineare, perché non era scontato, che vi sia stato l’incontro con i gruppi parlamentari e che tutti abbiano condiviso il fatto che occorre dare un segnale di inversione di tendenza”. La cifra che si ipotizza, 400 o 500 milioni, “non è certo sufficiente in termini generali, ma dopo anni di segno negativo l’importanza di avere un segno più nella colonna dei finanziamenti ai fondi sociali sarebbe importantissima”. La rete ha presentato poi anche altri punti, ad iniziare dalla richiesta di eliminazione di tagli per gli acquisti di beni e servizi sanitari nella misura del 10%: “Molti gruppi parlamentari hanno annunciato di aver presentato emendamenti sul tema o di volere farlo entro la chiusura dei termini prevista per questa sera”. Sul tema però “molte perplessità ci sono sul fatto che si possa pensare che questa norma venga espunta dal provvedimento” – precisa Menetti – anche vista “la ferma determinazione del governo a mantenere i saldi invariati e alla difficoltà a trovare e a quantificare nuove ipotesi di copertura”. In ogni caso – continua – “abbiamo trovato attenzione alla richiesta di un non automatismo nell’applicazione della norma, perché le regioni possano modulare l’applicazione sull’intero complesso di acquisizione di beni e servizi e possano dunque fare delle scelte di priorità rispetto a quali ambiti intervenire, anche con la consultazione delle associazioni sociali del territorio”. In questo, viene precisato, non si è fatto altro che ribadire una richiesta già arrivata dalla Conferenza delle Regioni. Sull’Iva alle cooperative sociali, poi, i gruppi parlamentari hanno ugualmente avanzato numerosi emendamenti che prevedono in larga misura la soppressione di tale previsione dal provvedimento.
“Oggi si è verificato un fatto nuovo – ha affermato a sua volta Paolo Beni, presidente dell’Arci – ed è la presenza in piazza, insieme, di un gran numero di esperienze più abituate a rimboccarsi le maniche e ad agire sul campo che a scendere in piazza. Questo la dice lunga però sul punto di non ritorno al quale siamo arrivati: abbiamo detto chiaramente oggi che è folle continuare a pensare che si possa affrontare una fase così prolungata di difficoltà economica azzerando gli strumenti di sostegno alle fasce in difficoltà ”. “Dal governo – dice invece Vera Lamonica della Cgil – non abbiamo avuto alcun segnale, ma la risposta dei gruppi parlamentari è un primo passo, piccolo, ma pur sempre un primo passo, nella giusta direzione”. (ska)
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