Il mercato dell’auto a secco

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Il dato peggiore è stato rilevato in Spagna, dove rispetto a un anno fa sono state registrate il 36,8 per cento di auto in meno. Il paese è in seri guai a causa della crisi economica e della fine della bolla immobiliare, che negli scorsi anni aveva portato a una rapida crescita. Il governo spagnolo ha chiesto e ottenuto aiuti dall’Unione Europea per salvare il proprio settore bancario ed evitare una crisi ancora più grave. Sono state anche adottate nuove severe misure di austerità  e con l’aria che tira i consumi si sono ridotti, specialmente su beni costosi come le automobili.

Anche nel nostro paese le cose non vanno bene e il mercato delle automobili ha registrato, sempre rispetto a settembre 2011, una riduzione pari al 25,7 per cento. Si sono vendute il 10,9 per cento di auto in meno in Germania e il 17,9 per cento in meno in Francia. L’unico paese in cui si è registrato un aumento di vendite è il Regno Unito con un aumento dell’8,2 per cento. Il paese non è stato certo immune alla crisi economica, ma negli ultimi tempi ha iniziato a dare primi segnali di ripresa.

I singoli produttori europei di automobili continuano comunque a essere in difficoltà , con molte case che hanno deciso di ridurre la produzione o di sospenderla in alcuni stabilimenti a causa della bassissima domanda. Il Gruppo FIAT, che controlla i marchi da FIAT a Jeep passando per Alfa Romeo, ha avuto il 18,5 per cento in meno di immatricolazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Alfa Romeo è il marchio con la maggiore riduzione, pari al 35,5 per cento, mentre se l’è cavata meglio (o meno peggio) Fiat al -15,5 per cento.

Come ricordano anche su Bloomberg, negli ultimi tempi FIAT ha ridotto sensibilmente la propria produzione, ricorrendo a turni ridotti e sospensioni dell’attività  lavorativa in alcuni stabilimenti. Nel 2009 la società  produsse 650mila veicoli, quest’anno si fermerà  a 420mila e secondo gli analisti faticherà  a piazzare tutte le nuove auto prodotte. La società  ha anche rinunciato al suo progetto di investimenti Fabbrica Italia, che sulla carta avrebbe dovuto portare alla produzione nel nostro paese di 1,4 milioni di autoveicoli entro il 2014. Il piano è stato rivisto e FIAT ha tagliato la spesa di circa 500 milioni di euro quest’anno in Europa per risparmiare denaro, puntando sulla maggiore ripresa del mercato dei suoi marchi negli Stati Uniti.

Tra le case automobilistiche europee se l’è cavata meglio della concorrenza il Gruppo Volkswagen con una riduzione pari all’8 per cento. Nei mesi scorsi la società  era stata criticata da Sergio Marchionne, che oltre a essere amministratore delegato FIAT è anche presidente di ACEA, per la politica dei prezzi bassi adottata per mantenere alto il livello delle vendite. A luglio Marchionne disse che la società  tedesca aveva “fatto un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”.

Il produttore francese Renault ha visto la riduzione più marcata di immatricolazioni. È a -29,5 per cento l’intero Gruppo con un dato ancora più negativo per il singolo marchio di Renault, a -32,5 per cento. Le cose sono andate meglio per il suo altro marchio, Dacia, che vende automobili più economiche e che si è fermato a -14,4 per cento. Renault ha effettuato meno sconti rispetto alla concorrenza e questo ha influito sull’andamento delle vendite. La società  è ora impegnata nel lancio del suo ultimo modello di Clio, con cui confida di recuperare terreno nei confronti della concorrenza.

Le cose non vanno meglio per l’altro produttore francese PSA Group, che raccoglie Peugeot e Citroen. La riduzione nelle immatricolazioni è stata contenuta (-8,1 per cento), ma la società  ha grandi problemi finanziari e ha avviato un piano di vendita di alcuni settori non essenziali, per fare cassa. Ha anche avviato un confronto con il governo francese, che vuole evitare la chiusura di uno stabilimento e il taglio di diverse centinaia di posti di lavoro.


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