Guerra elettronica, un interscambio segreto che va contro la legge
La fornitura rientra in un accordo – che include velivoli, motori, manutenzione, logistica, simulatori e addestramento, del valore di un miliardo di dollari. La commessa sarà compensata da acquisti italiani di pari importo. L’Italia comprerà un satellite spia, per un valore di 200 milioni di dollari e due velivoli per la guerra elettronica per un costo di circa 760 milioni di dollari. Degli oneri previsti, quasi 500 milioni di dollari coprono l’acquisto dei due velivoli e i rimanenti sono utilizzati per finanziare i costi logistici e la manutenzione per un periodo di 15 anni dalla consegna.
Alenia ha battuto la concorrenza internazionale ottenendo la commessa grazie anche al sostegno dell’Esecutivo dei Professori, sottolineata da un comunicato Finmeccanica, ottavo produttore mondiale in base al fatturato militare: «L’intesa, per la quale Finmeccanica esprime un ringraziamento particolare al Ministero della Difesa, è frutto di una proficua collaborazione tra il Governo italiano, il Governo israeliano, il mondo aziendale e vari altri soggetti istituzionali».
La vendita di armi ad Israele appare una violazione della legge che disciplina il delicato settore, che vieta le vendite ai Paesi belligeranti e ai Paesi i cui Governi siano responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali dei diritti umani. Gerusalemme occupa i Territori dal 1967, è l’unica potenza nucleare militare del Medio Oriente e viola costantemente le libertà fondamentali dei palestinesi, ad esempio con il blocco di Gaza e il Muro di separazione. La cooperazione militare fra i due Paesi si esprime anche in altre forme. L’Italia ha firmato un accordo di cooperazione per favorire l’interscambio fra i due Paesi che è sottoposto a segreto, nemmeno il Parlamento ne può conoscere i contenuti. Secondo alcune fonti, l’accordo interesserebbe tecnologie di interdizione, sorveglianza e guerra elettronica per un valore di 180 milioni di dollari. Il nostro Paese consente all’aviazione israeliana di addestrare i propri piloti in Sardegna, partecipando ad esercitazioni Nato. Ciò rappresenta un aiuto importante poiché così Gerusalemme può ovviare all’esiguità del proprio spazio aereo. Inoltre nel 2011, si legge nei dati ufficiali di Palazzo Chigi sono state consegnate armi per un valore di due milioni di euro.
L’agenda Monti va capovolta, riducendo drasticamente la spesa per acquistare armi, imponendo a Finmeccanica (di cui il Ministero dell’economia è azionista di riferimento) la riconversione produttiva dal settore militare al civile e ponendo fine alle esportazioni verso Paesi belligeranti o retti da regimi liberticidi.
Related Articles
Cecilia Strada: “Il terrorismo è l’essenza della guerra”
La presidente di Emergency ribadisce l’assurdità e soprattutto l’inutilità di un nuovo conflitto armato per rispondere agli attacchi terroristici di Parigi
Guerra in Libia, i nodi vengono al pettine e l’Italia conta sempre meno
La pace e la guerra in Libia la decidono forse Erdogan e Putin non certo il caro leader del Movimento Cinquestelle e ministro degli Esteri Di Maio oggi a Tripoli
L’attacco di Parigi spaventa l’Europa impreparata alla guerra lanciata dalla jihad
Errori nella sicurezza, indagini ancora in alto mare e previsioni dell’Intelligence spesso smentite Il Vecchio Continente scopre di non essere pronto alla sfida lanciata dai terroristi