Ecco i conti per le famiglie, l’Aumento Iva pesa 324 euro

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MILANO — Vediamola così. Il conto per le famiglie è salato ma le previsioni, forse, erano anche peggiori. Il taglio dell’Irpef fino all’altra sera sembrava impossibile e l’aumento dell’Iva minacciato nei mesi scorsi dal governo era di due punti percentuali. Alla fine il Consiglio dei ministri ha optato per un taglio di un punto delle aliquote più basse: si scende dal 23% al 22% per i redditi fino a 15 mila euro e dal 28% al 27% per quelli oltre i 15 mila fino ai 28 mila euro. Mentre l’imposta sul valore aggiunto salirà  dal primo luglio dal 10% all’11% e dal 21% al 22%.
Ma non sono gli unici interventi. Perché il governo è intervenuto anche su deduzioni e detrazioni. Del resto se il gettito si riduce da una parte deve aumentare dall’altra perché tengano i conti dello Stato. Premesso che saranno tutelati i redditi fino a 15 mila euro, per i quali non cambierà  nulla su questo fronte, per tutti gli altri scattano i tagli alle agevolazioni fiscali: arriva un tetto di 3 mila euro alle detrazioni e per molte deduzioni (ma non su quelle per la sanità ) viene introdotta una franchigia di 250 euro. Tradotto, gli assegni al coniuge, i contributi previdenziali (quelli delle colf), la previdenza complementare, la beneficenza e le adozioni potranno essere dedotte dai 250 euro in su. Mentre per le detrazioni, ovvero gli interessi passivi del mutuo, le spese funebri, le spese per l’università  e la beneficenza, potranno raggiungere un massimo di 3 mila euro. Non vi rientrano quelle per le spese mediche e per la ristrutturazione degli immobili.
Gli effetti complessivi sui bilanci familiari non sono ancora stati calcolati. Ma il Codacons ha stimato che la spesa totale annua media per un nucleo di tre persone sarà  di circa 324 euro in più, mentre per l’Ufficio studi di Confcommercio l’azione congiunta di taglio dell’Irpef e aumento dell’Iva determinerà  maggiori risorse per le famiglie pari a circa 1,5 miliardi di euro per il 2013 e minori risorse sempre per le famiglie, ma nel 2014, pari a circa 2 miliardi. La Cgia di Mestre ha anzi evidenziato che per chi ha un reddito fino a 8 mila euro (la cosiddetta no tax area) ci sarà  un aggravio fiscale conseguente all’aumento dell’Iva.
Ovviamente anche deduzioni e detrazioni avranno il loro peso. Le decisioni in materia prese martedì notte sono l’inizio del più ampio progetto di revisione delle agevolazioni fiscali annunciato dal governo. «Il tetto e la franchigia introdotti nella manovra — spiega Alberto Zanardi, professore di Scienze delle Finanze alla Bocconi e all’Università  di Bologna — mostrano la volontà  di perseguire un obiettivo redistributivo, si tratta di una manovra molto concentrata sui redditi bassi. Tuttavia l’aumento dell’Iva avrà  effetti regressivi».
Francesca Basso


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