by Sergio Segio | 29 Ottobre 2012 8:14
BERLINO — Mario Draghi dice sì alla Germania, quattro giorni dopo la visita al Bundestag in cui aveva sostanzialmente convinto i deputati tedeschi sulla giustezza del piano di acquisto dei titoli di stato. In una intervista a Der Spiegel, il presidente della Bce ha detto di «sostenere esplicitamente» la proposta del ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble (rilanciata da Angela Merkel e accolta con scetticismo al vertice europeo del 18 ottobre) di un «super-commissario» che abbia forti poteri di controllo sui bilanci dell’eurozona. «Sarebbe intelligente — ha affermato — se i governi la esaminassero attentamente. Io sono certo che se vogliamo ristabilire la fiducia nell’eurozona, gli Stati devono cedere una parte della loro sovranità a livello europeo». Draghi ha poi nuovamente difeso il programma «anti-spread», e la sua condizionalità , avvertendo che «illimitato non vuol dire incontrollato» perché «se un Paese non rispetta gli accordi il programma non verrà riattivato».
Un intervento forte, destinato a imprimere una svolta nel cammino verso il vertice europeo del 18 dicembre, in cui i leader dei Ventisette sono chiamati a discutere anche gli scenari di un possibile rafforzamento del coordinamento delle politiche di bilancio. La proposta tedesca, di cui non si parla nel rapporto che i quattro «saggi» (i presidenti di Consiglio europeo, Commissione, ed eurogruppo, oltre allo stesso Draghi) presenteranno a Bruxelles, prevede di rafforzare le prerogative del commissario agli affari monetari, dotandolo di potere di «ingerenza» (come ha detto la Cancelliera in Parlamento) sui programmi degli altri Paesi e sulle riforme necessarie per conseguire politiche virtuose. A fianco di questo, Schà¤uble vuole attribuire un maggiore ruolo in materia di bilanci al parlamento europeo in collegamento con i parlamenti nazionali. Tutte riforme per cui sarà però necessario cambiare i trattati europei.
Tornando sul piano annunciato in settembre a Francoforte, Draghi ha ribadito che verranno acquistati bond solo di quei Paesi che accettano «rigide condizioni» e «verificheremo esattamente se le condizioni sono state rispettate». Per quanto riguarda la posizione critica della Bundesbank, il presidente della Bce ha detto di preferire che le discussioni avvengano in modo più riservato, aggiungendo comunque di avere con il numero della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann, «lo stesso obiettivo» e che le differenze sui metodi giusti per conseguirlo «non sono incolmabili». L’iniziativa della Bce, ha osservato, non rischia assolutamente di fare salire i prezzi(«temo l’inflazione anche perché negli anni settanta la mia famiglia perse per questa ragione una gran parte dei suoi risparmi», ha confessato) e porterà benefici ai contribuenti tedeschi. «Non c’è migliore protezione contro la crisi dell’euro — ha rilevato — che le riforme strutturali nei Paesi del Sud Europa».
Osservazioni significative, queste, nel giorno in cui dall’agenzia di rating Fitch è venuto, attraverso Bloomberg Tv, un giudizio lusinghiero sull’Italia, che si è «staccata» dalla Spagna riuscendo a mettere le finanze sotto controllo e a compiere riforme «assolutamente impressionanti». Proprio oggi Mariano Rajoy e Mario Monti si incontrano a Madrid per un vertice che è stato preceduto da parole di fiducia del primo ministro spagnolo sulla possibilità di superare i momenti più difficili. «La strada che stiamo seguendo è quella giusta — ha detto — e noi continuiamo a percorrerla». In una situazione complessiva che presenta, sempre secondo Fitch, risvolti «incoraggianti», rimane da sciogliere il nodo della crisi greca, oggetto della riunione dell’eurogruppo in programma mercoledi 31 ottobre. «I negoziati continuano», si è limitato ad annunciare un portavoce della Commissione commentando la notizia pubblicata da Der Spiegel secondo cui da parte tedesca sarebbe arrivato un no ad una proposta della troika (Ue, Fmi, Bce) di un taglio del debito greco. Schà¤uble propone invece che Atene riacquisti una parte dei propri bond già emessi. Saranno altri giorni decisivi.
Paolo Lepri
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