Digiuno in classe per i morosi Effetto Adro nei Comuni
È successo sulle sponde pavesi del Ticino, dove governa la Lega e il sindaco Andrea Sala non fa sconti ai 129 bambini di Vigevano esclusi dalla mensa scolastica: «Solo così si recuperano i denari delle rette», stabilisce ricordando i suoi propositi non del tutto miti: «Spezzeremo le gambe ai genitori che non pagano, li stiamo già stanando, ci sono stranieri che devono essere educati e ci sono italiani ricchi che fanno i furbi…». Ed era successo cento chilometri più in là , nel cuore della Franciacorta, con il suo collega di partito Danilo Oscar Lancini che ad Adro aveva negato il pranzo ai figli di chi non versava il dovuto: «Ha funzionato, pur di non far brutta figura ora chi può paga».
Esattamente come aveva fatto qualche tempo prima un’altra giunta padana, quella vicentina di Montecchio Maggiore, che aveva scelto per la scuola elementare la soluzione differenziata: pasto per chi paga, panino per chi non paga. Domanda: politica leghista, dunque? Risposta: non solo. Perché ai tempi dei grandi tagli provvedimenti analoghi spuntano silenziosi e imbarazzanti anche fra le decisioni di alcune amministrazioni del centrosinistra, cosicché dall’alto del Carroccio il sindaco Lancini può suonare la tromba del trionfo: «Abbiamo fatto scuola». È il caso di un paese della vallata del Lambro, Landriano, dove l’assessore ai Servizi sociali e alle politiche giovanili di una lista civica appoggiata dal Pd, Morena Taffarello, parla di «pena» della sospensione dei buoni pasto: «Siamo stati rigidi nei confronti di coloro che non sono disposti a sanare i debiti». Che è un po’ l’orientamento della brianzola Cavenago dove rischiano il pasto 120 bambini mentre il primo cittadino Sem Galbiati, orecchino casual e due mandati, vede grigio: «Quando 120 su 600 sono inadempienti noi possiamo poco». Da Vigevano il consiglio è uno solo: «Usando il pugno di ferro le famiglie pagano».
Esperimento, quello del pressing, provato anche a Padova dal sindaco democratico Flavio Zanonato che ha forzato la mano delle famiglie indebitate da oltre cinque anni. «A luglio abbiamo spedito 1.200 lettere minacciando l’intervento di Equitalia — spiega l’assessore alla Pubblica istruzione, Claudio Piron —. Alla fine molti hanno pagato. Ma sia chiaro: Padova non ha mai negato il pranzo a nessuno». Che poi è quel che succede a Rho, in provincia di Milano, dove la giunta del centrosinistra è alle prese con 600 casi di insolvenza e così ha dichiarato guerra ai morosi, «ma senza toccare i bambini» come tiene a precisare Alessia Bosani, assessore alla Scuola e istruzione: «Faremo una campagna di sensibilizzazione perché tutti paghino il servizio, poi passeremo al recupero coattivo del credito». Insomma, il problema è generale e si sta allargando a macchia d’olio. Per tutti l’obiettivo è quello: recuperare i crediti. C’è chi usa il fioretto e chi la clava, chi bussa alla porta e chi toglie il piatto. Mentre Napoli ha risolto a modo suo: servizio di refezione sospeso dappertutto. E come fanno? Alla scuola Baracca dei quartieri spagnoli ci pensano le mamme: un po’ loro, un po’ la rosticceria della zona e qualcosa di caldo non manca mai. Sala sorride: «Bisogna stanare e pignorare».
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