Davanti all’AleniaAermacchi in movimento per la pace

by Sergio Segio | 13 Ottobre 2012 7:58

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Una vendita che viola la legge185 del ’90, ottenuta con anni di pressione da parte dei pacifisti, che prevede che non si vendano armi a paesi belligeranti o che violano i diritti umani. Una legge che vorremmo rispettata. Per questo noi saremo davanti all’AleniaAermacchi con la bandiera della pace e la nonviolenza. Israele continua la sua politica coloniale e di occupazione militare, annettendosi sempre più territori palestinesi, bombarda la popolazione civile, non applica nessuna delle risoluzioni delle Nazioni Unite, né quelle dell’assemblea generale né quelle del Consiglio di sicurezza (naturalmente nessuno, grazie al veto Usa e alla complicità  di molti governi, osa chiedere sanzioni economiche per Israele), viola con la forza i diritti umani dei palestinesi impedendone la libertà  di movimento, incarcerando in detenzione amministrativa, trasferendo coloni sui territori occupati sottraendo terra ed acqua alla popolazione, tenendo sotto embargo la popolazione di Gaza, senza contare i crimini commessi nell’operazione Piombo Fuso, documentati anche nel rapporto Goldstone per l’Onu.
Noi continuiamo a credere che i diritti per tutti e tutte non devono essere parole ma fatti. Ed è per questo che chiediamo al nostro governo di non vendere né acquistare armi da Israele e di annullare l’accordo di cooperazione militare firmato nel 2005 da Berlusconi, un accordo che cambia la politica italiana nei confronti del commercio di armi con Israele.
La manifestazione è stata indetta da varie realtà  territoriali della provincia di Varese, realtà  che, in un territorio ampiamente devastato dalla Lega e dal centrodestra, continuano a credere e a lottare per la giustizia e il disarmo. Anche questo la rende importante, che sia un movimento dal basso che però ha chiaro che deve cambiare la politica del proprio governo.
Atto coraggioso e necessario, come il movimento contro il disarmo e contro gli F35, che chiede di non spendere soldi pubblici per le armi ma di destinarli ad uso sociale.
Coraggioso e necessario come ogni movimento che osa sfidare il profitto in nome del bene comune, e in questi tempi in cui la crisi economica falcia l’occupazione (sarà  per questo che i sindacati non hanno aderito alla manifestazione), mettono al di sopra di tutto l’applicazione del diritto e contro ogni politica di «ingerenza umanitaria», il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione Italiana che «ripudia la guerra».
*già  vicepresidente del parlamento europeo – Associazione per la pace

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