Corruzione, sì al Senato Severino: nessun inciucio
ROMA — Il presidente del Consiglio, visibilmente soddisfatto dopo l’approvazione con la fiducia del ddl anticorruzione, ha commentato: «Non l’ho mai fatto in vita mia ma stavolta posso dire di averci “messo la faccia”». E così Mario Monti ha potuto in parte cancellare quella tagliente osservazione che fece l’emiro del Qatar: «Mi sentii dire che il fattore che ha impedito gli investimenti in Italia è la corruzione». Dunque, è la sintesi del premier, «anche la legge contro la corruzione non può non essere un fattore per sbloccare la crescita».
Col voto del Senato — la fiducia è passata con 228 sì, 33 no, 2 astenuti — il ddl anticorruzione ha compiuto il penultimo giro di boa. E ora, grazie all’accordo governo-maggioranza, rimane l’ultimo miglio in acque tranquille con l’approvazione definitiva della Camera prevista per metà o fine novembre.
I ministri Paola Severino e Filippo Patroni Griffi, che hanno faticato non poco per condurre in porto il ddl Alfano riveduto e corretto, ora possono tirare un sospiro di sollievo. E il Guardasigilli può anche concedersi in Aula un intervento appassionato contro chi ha accusato il governo di fare inciuci, tanto da citare le parole pronunciate da Gerardo D’Ambrosio (Pd), che nel ’92 era uno dei capi del pool Mani Pulite: «Fino ad ora nel nostro Paese la lotta alla corruzione era stata affidata solo alla magistratura… E dopo Mani Pulite il mondo politico si era preoccupato soprattutto di rallentare l’azione della magistratura nei confronti della corruzione…».
E dunque Paola Severino può dirsi «orgogliosa» dell’inversione di tendenza con un testo «forte ed equilibrato» che provoca solo «effetti limitati sulla prescrizione» relativa alla concussione per induzione. Il ministro ce l’ha con i «grilli parlanti» che esercitano «uno sport molto diffuso». Tanto che, aggiunge, «anch’io, quando non ero ministro, ho fatto il grillo parlante e solo qui dentro (in Parlamento, ndr) ci si può rendere conto quanta fatica c’è dietro ogni provvedimento».
Hanno votato la fiducia il Pdl, il Pd, l’Udc, Api, Fli, Coesione nazionale mentre Idv e Lega (che ha detto sì al testo finale) si sono schierate contro il governo. La legge, come dicono Anna Finocchiaro e Silvia Della Monica del Pd, è un punto di partenza perché mancano punti qualificanti: l’autoriciclaggio, il voto di scambio, la rimodulazione del reato di falso in bilancio. Maurizio Gasparri (Pdl) è orgoglioso che il testo sia partito 2 anni fa con la firma di Alfano. Ma il Guardasigilli è già in pista per la nuova legge sul voto di scambio. Sulle liste pulite, depurate dai condannati definitivi, bisognerà attendere che il governo eserciti la delega contenuta nel ddl anticorruzione.
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«Penso che il tema andrebbe trattato non come fosse al centro di una guerra di religione o di una disputa ideologica, ma guardando empiricamente come funziona il presidenzialismo nei vari Paesi. Non c’è forma di governo più camaleontica, visto che assume i colori e le caratteristiche dell’ambiente in cui viene impiantato».