Chà¡vez ha vinto le elezioni
Hugo Chà¡vez, il presidente uscente del Venezuela, ha vinto le elezioni presidenziali di ieri contro Henrique Capriles, che ha riconosciuto la sconfitta. Lo spoglio delle schede è ormai oltre il 90 per cento e Chà¡vez è in testa con il 54,42 per cento dei voti, ben distante dal 44,97 per cento del suo avversario. Le scorse elezioni presidenziali furono vinte da Chà¡vez con il 62,84 per cento dei voti, contro un’opposizione più frammentata e debole di questa volta (il principale sfidante, Manuel Rosales, ottenne il 36,90 per cento). I sostenitori del presidente rieletto hanno organizzato festeggiamenti in diverse parti del paese, soprattutto nella capitale Caracas. Chà¡vez si appresta a iniziare il proprio quarto mandato alla presidenza del Venezuela, alla guida del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV).
Con un breve discorso tenuto dal balcone del palazzo presidenziale nella capitale, Chà¡vez ha annunciato alla popolazione che «La rivoluzione ha trionfato. Viva il Venezuela! Viva la nostra patria! La battaglia è stata perfetta, così come la vittoria». Il presidente rieletto ha poi spiegato che proverà a portare avanti una presidenza migliore delle precedenti, cercando di includere le richieste dei suoi oppositori nelle azioni di governo.
Henrique Capriles si è congratulato con Chà¡vez e con i responsabili della sua campagna elettorale, dicendo comunque di non sentirsi del tutto sconfitto. «Abbiamo piantato molti semi nel Venezuela e so che questi semi cresceranno e produrranno molti alberi». Capriles si augura che il presidente riconosca che quasi la metà del paese a queste elezioni non ha votato per lui, dimostrando di essere contrario alle sue politiche. «C’è un paese diviso ed essere un buon presidente significa lavorare per tutti i venezuelani» e per risolvere i loro problemi, ha detto Capriles ai giornalisti.
Durante la campagna elettorale, Capriles era alla guida di una coalizione di circa 30 partiti di opposizione, compreso il suo Partito Cristiano Sociale del Venezuela (COPEI). Il candidato aveva attaccato in diversi comizi le politiche di Chà¡vez, accusato di aver fatto aumentare la burocrazia nel paese e di aver adottato sistemi inefficaci per l’economia.
Chà¡vez ha 58 anni ed è al potere dal 1999. Grazie alla vittoria elettorale di ieri, potrà iniziare un nuovo mandato di sei anni (modificò apposta la Costituzione per poter ottenere nuovi mandati) per continuare quella che definisce la sua “rivoluzione bolivariana” verso il socialismo. Il suo piano fino a ora ha previsto la nazionalizzazione di diversi settori fondamentali per l’economia del paese. Il Venezuela ha grandi giacimenti petroliferi, che fruttano enormi quantità di denaro, utilizzate per finanziare lo stato sociale, dalla salute all’educazione.
Gli anni da presidente di Chà¡vez sono stati spesso contestati dall’opposizione e dagli attivisti. Il presidente è stato accusato di limitare la libertà di espressione e di stampa nel paese e di esercitare i propri poteri in maniera antidemocratica. Altre critiche sono spesso arrivate dall’estero per i suoi continui attacchi verso alcuni paesi, quasi sempre per propaganda, a cominciare dagli Stati Uniti accusati di perseguire politiche imperialistiche. Negli ultimi anni Chà¡vez ha anche dovuto combattere contro il cancro, malattia che ora dice di aver sconfitto, anche se rimangono molti dubbi sulle sue effettive condizioni di salute.
Nelle prossime settimane lo scontro politico tra il presidente appena rieletto e Capriles è comunque destinato a continuare, così come la campagna elettorale. A dicembre ci sarà un nuovo turno delle elezioni locali, dove Capriles confida di recuperare terreno e di far eleggere alcuni candidati della sua coalizione.
Related Articles
Siria. Lo scudo protettivo del Rojava è il suo popolo
Viaggio nel modello dell’autodifesa popolare, cardine del confederalismo democratico della Siria del Nord-est. Formazione politica prima che militare, unità multietniche e due linee del fronte: l’Isis e la Turchia. Mentre il mondo resta a guardare
Pakistan, la Corte suprema apre un’indagine
La Corte suprema pakistana ha annunciato che aprirà la sua inchiesta sullo scandalo che circonda un memorandum in cui il governo civile chiedeva aiuto agli Stati uniti per contenere un possibile colpo di stato dell’esercito pakistano.
«A sparare sulla folla i rivoltosi di Majdan»
Ucraina. Telefonata tra Ashton e ministro estone rivela chi sono i cecchini responsabili delle morti