by Sergio Segio | 30 Ottobre 2012 7:40
Ma chi gliel’avrebbe mai detto a questo simpatico ragazzone di 37 anni assunto come magazziniere e promosso all’ufficio tecnico di una ditta di Caltanissetta, dopo un corso di formazione pagato dalla Regione, di dovere un giorno entrare nella stessa Regione riverito dai commessi in livrea?
Sorride Giancarlo Cancelleri, come sorride il resto della squadra e dei militanti aggregatisi da qualche mese attraverso i liquid feedback di cui parlano come se fosse linguaggio universale, eppure riuscendo a farsi capire anche nei mercati popolari, spiegando la genesi di primarie e programmi che passano da una «piattaforma liquida» in cui si immergono mail con nomi e proposte da commentare e votare in modo da fare emergere quelle che ricevono «feed positivi e non negativi».
Chissà come si danneranno davanti a queste diavolerie i professionisti della politica rimasti fuori dal Palazzo, mentre avanzano ragazze semplici come Valentina Botta, neo deputata. Felice come chi ha lavorato sodo senza nemmeno essere in corsa, Giulia Grillo, mascotte dei grillini di Sicilia non solo per l’omonimia che la costringe a ripetere «né figlia né sorella», ma anche perché lei, medico legale a Catania, la stessa traversata del lider-maximo fra Scilla e Cariddi la fece il 5 agosto, come rivela fiera dalla sua pagina di Facebook.
Impegnata due settimane fa nell’organizzazione della nuotata d’avvio alla campagna dell’autorevole omonimo, in piena estate, quando nessuno correva a fotografarli, lei festeggiò con un’ora di bracciate l’assemblea del giorno prima, a Caltanissetta. Un appuntamento ignorato da mass media, indifferenti ai due precedenti fitti mesi di primarie condotte con tante riunioni e raffiche di contatti via web, prova di democrazia elettronica sfociata nell’incoronazione di Cancelleri, lo sconosciuto geometra che fino ad allora conteggiava i serbatoi di benzina prodotti in ditta, infine eletto per alzata di palette, ricavate da materiale di risulta.
Non se l’aspettava Francesca, la moglie, impiegata in un call center, e nemmeno Azzurra, la sorella che sta per laurearsi in Scienze statistiche, né il fratello Vincenzo, 43 anni, capoarea in una multinazionale di tegole, e figurarsi la madre («il miglior politico che conosca…»), tutti arruolati in una segreteria familiare come quelle attivate un po’ da tutti i candidati presentati in queste settimane sui palchi da Grillo.
Si capì a Palermo che qualcosa stava cambiando. Alle amministrative di maggio, con la rielezione a sindaco di Orlando che riuscì a fare entrare in Consiglio ragazzi con meno di 200 voti, mentre restò fuori il candidato di 5 Stelle, Riccardo Nupi, 4 mila voti, il più votato, perché non scattò il quorum del 5 per cento. Una lezione messa a frutto da tutti, da un maestro di educazione fisica a Messina, Gabriele Lando, come dice Cancelleri «portatore sano di “No Ponte”», oppure da Stefano Zito, tre lauree, in prima linea per denunce contro il polo chimico di Siracusa, ovvero a Trapani Sergio Troisi, un ingegnere elettronico tornato da Londra. E ancora a Ragusa Vanessa Ferreri, commessa. O Francesco Cappello, avvocato a Caltagirone. Ovvero Angela Foti, «mamma di un figlio e mezzo», casalinga in attesa. O Antonio Venturina, «artista» in Inghilterra, tornato a Piazza Armerina. Lista lunga, con un comune denominatore: nessuna esperienza in politica. Per loro, un valore aggiunto.
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