by Sergio Segio | 17 Ottobre 2012 7:29
La difficoltà di Torino è tutta in questo confronto. I dati sulle vendite nel Vecchio Continente diffusi ieri dimostrano che il mercato europeo è in grave difficoltà e quello italiano lo è di più. Per questo la Fiat perde più dei concorrenti e per questo l’ipotesi di chiusura di stabilimenti in Italia fa paura. Diventa così importante l’assicurazione data ieri dall’ad di Torino a Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Roberto di Maulo, incontrati a Roma perché firmatari degli accordi aziendali: «Marchionne ha garantito che in Italia non ci saranno chiusure di stabilimenti e non ci saranno esuberi», hanno detto i sindacalisti. Aggiungendo che «il 30 ottobre verranno annunciate novità sul futuro degli insediamenti italiani».
Nell’attesa, la realtà è quella, cruda, delle cifre del mercato europeo. Che è crollato dell’11 per cento nel mese di settembre rispetto a un anno prima. Nei primi nove mesi del 2012 il calo è stato del 7,2 per cento. Ben peggiore la situazione in Italia dove il mercato a settembre è sceso del 25,7 per cento. Il gruppo Fiat paga dazio, scende del 18 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno, e finisce sotto la soglia del 6 per cento in Europa, al 5,9 per cento del mercato continentale. Sui nove mesi il Lingotto mantiene il sesto posto tra i costruttori ma a settembre scende ancora di un gradino, scavalcato anche dalla Bmw. Volkswagen continua ad essere leader e scende meno del mercato guadagnando quota mentre fortissimo è il calo dei francesi di Renault (-39 per cento), che comunque mantengono la terza posizione. A penalizzare il gruppo Fiat è anche la forte concentrazione delle vendite sulle fasce più povere della gamma che rappresentano i due terzi delle vendite in Europa.
Per queste ragioni è urgente uscire dalla fase di stallo che l’assenza di nuovi modelli da produrre ha determinato negli stabilimenti italiani. Questo hanno chiesto ieri a Marchionne i leader di Cisl, Uil e Fismic. L’ad del Lingotto ha garantito di non chiudere fabbriche ma si è riservato di dare nuove indicazioni alla fine del mese, in occasione del cda sui conti trimestrali. «Se è vero è un annuncio positivo», ha commentato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Che ha aggiunto sarcastico: «Non dimentichiamo che Marchionne aveva promesso investimenti per 20 miliardi di cui si è persa traccia. Preferirei meno annunci e più cose concrete». Immediata la replica Fiat: «Ci stupisce che a Squinzi sia sfuggito che la situazione europea è profondamente peggiorata. Forse le sue industrie non ne hanno risentito ma tutte le altre sì».
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