by Sergio Segio | 1 Ottobre 2012 5:04
NEW YORK. ORION Sparks, Jonathan Gollnitz, Rashun Roberts, Jason Swindle, Jon Townsend, Genaro Bedoy, Joshua Nelson… I fantasmi dei duemila morti americani in Afghanistan rispondono all’appello dell’orrore mentre la guerra più lunga dell’Occidente moderno presenta il suo conto senza fine.
MA A rendere ancora più triste il record è la dinamica assurda che ha portato alle morte dell’ultimo americano, di un contractor e di tre afgani. Perché è vero che sui particolari il Pentagono stende per ora un velo pietoso — ma gli yankees sono caduti sotto il fuoco mica dei nemici Taliban: degli alleati afgani. Gli esperti di cose militari hanno coniato una definizione già tristemente famosa per questa violenza assurda che viene etichettata come “incidente”: green on blue. È quando cioè gli afgani — soldati verdi — si rivoltano contro gli alleati della Nato — i soldati blu. Sono già una cinquantina i morti solo quest’anno e soltanto in un caso su quattro sotto quelle divise verdi è nascosto un taliban. Spesso è una semplice lite come quella esplosa sabato lì nella provincia di Wardak. Prima sono volate le parole grosse, poi i mortai, un colpo è caduto nel campo Usa, gli Usa hanno preso le armi e sono andati a dare una lezione agli alleati: bang bang. Si muore anche così in Afghanistan dopo undici anni di guerra. Duemila morti: una quota tragicamente tonda sorpassata proprio alla vigilia dell’undicesimo compleanno del conflitto cominciato il 7 ottobre 2001. Ma è una cifra che purtroppo rischia di essere sbagliata per difetto: i morti sarebbero già 2125 secondo i pietosi calcoli di iCausalties.org, l’organizzazione indipendente che dal 2003 ha cominciato a contare le vittime tenendo conto di tutte le operazioni, anche quelle al di fuori dal territorio afgano. Naturalmente lì a fare la guerra non ci sono solo gli americani: l’invasione era nata per vendicare i tremila morti delle Twin Towers e con la bandiera dell’Isaf all’assedio di Kabul ha partecipato tutto l’Occidente. Solo che, caduta Kabul, sono dieci anni che i Taliban che avevano coperto Osama Bin Laden e oggi non hanno più nulla da perdere non si arrendono: e i morti non americani sono almeno 1190. Più difficile, in questa statistica della vergogna, dare conto dei civili afgani uccisi. Ma anche qui mettendo a confronto i dati Usa con quelli di istituzioni non governative il numero supera ampiamente i ventimila morti. Più di venti afgani uccisi, cioè, ogni americano. Qualche altra cifra? Dice il Brookings Institute che il 40 per cento delle vittime sono dovute alle armi non convenzionali. E infatti gli Ied, Improvised explosive devices, sono un’altra orribile conquista di questa guerra e di quella irachena: sono gli esplosivi costruiti con mezzi di (s)fortuna, sono le micidiali bombe sporche fatte di proiettili e munizioni. Di più. La metà dei morti americani si sono registrati negli ultimi tre anni: metà vittime cioè in un quarto del tempo di tutta la guerra. E sapete perché? Perché tre anni fa, per farla finita, Barack Obama aveva deciso quel “surge” di 33mila uomini in più portando a oltre 100mila i combattenti Usa. No che da allora non è finita. I 33mila uomini in più sono tornati indietro, e per sempre, proprio questo mese. E per la fine del 2014 a casa dovremmo tornare tutti, americani e no: lasciando il compito di combattere i Taliban a quegli afgani che stiamo addestrando e che — come la vicenda blue on green dimostra — si stanno invece rivoltando contro. Malgrado il ritiro dei 30mila in più laggiù ci sono ancora quasi 110 mila soldati Nato: e 68 mila sono americani. Quanti morti dovremo ancora contare in questo conflitto che ormai — dicono sempre le statistiche — ne reclama uno al giorno?Sì, ogni guerra è una sporca guerra. Ma questa almeno è stata combattuta per fare giustizia dell’orrore dell’11 settembre. Rabbrividisce ancora di più pensare che i poveri duemila morti americani in Afghanistan sono meno della metà del 4500 soldati Usa morti in Iraq. È la guerra in cui Gerorge W. Bush nel 2003 trascinò il mondo giurando che Saddam Hussein aveva le armi di distruzione di massa per fare un altro 11 settembre. E assicurandoci che tanto in Afghanistan avevamo già vinto. Come no. Otto anni e migliaia di morti dopo, i fantasmi della guerra infinita sono ancora tra noi.
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2012/10/afghanistan-la-guerra-infinita-ucciso-il-soldato-usa-numero-2000/
Copyright ©2024 Diritti Globali unless otherwise noted.