Un milione e mezzo di posti persi Crolla l’occupazione tra i giovani

by Sergio Segio | 3 Settembre 2012 6:30

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ROMA — Mai stati così tanti i giovani italiani sotto i 35 anni senza lavoro. Tra aprile e giugno, secondo trimestre del 2012, il tasso di disoccupazione giovanile registrato dall’Istat è salito al 10,5 per cento, il più alto dal 1999; in cinque anni il numero dei giovani occupati è crollato: siamo a quasi un milione e mezzo di giovani occupati in meno, erano 7 milioni 333 mila nel 2007, sono adesso 5 milioni 876 mila con un passo indietro del 19,9 per cento. Il tasso di under 25 in cerca di un impiego sale addirittura al 33,9 per cento, come non era mai accaduto sin dall’inizio delle serie storiche, cominciate nel 1993, quasi venti anni fa. Al Sud, poi, lavora una donna sotto i 35 su due, il tasso di disoccupazione è vicinissimo al 50 per cento.

Va decisamente meglio per la fascia d’età  tra i 55 e i 64 anni, sono saliti di 626 mila, passando da 2 milioni 403 mila occupati del 2007 a 3 milioni 29 mila del 2012, 26 per cento in più. Nell’ultimo anno c’è stato un vero e proprio balzo in avanti; dal secondo trimestre del 2011 ad oggi, gli adulti sopra i 55 anni che hanno un lavoro sono cresciuti di 226 mila, l’8 per cento. Nel complesso il numero di chi sta cercando un’occupazione è salito a oltre 2 milioni e settecentomila, solo nel secondo trimestre l’incremento è stato di 760 mila. In termini percentuali siamo al 10,7, pericolosamente vicini all’11, che i sindacati considerano un vero record.
La caccia ad un posto di lavoro sta comunque diventando un problema serio per molti Paesi europei: a far buona compagnia all’Italia c’è adesso anche la Francia che ha superato la soglia considerata psicologica, dei tre milioni di disoccupati. Lo ha detto apertamente Michel Sapin, ministro del Lavoro del governo Hollande in un’intervista radiofonica nella quale ha sottolineato anche che la «disoccupazione aumenterà  ancora», sebbene si dica fiducioso sulla possibilità  di invertire la tendenza. Il premier francese Jean Marc Ayrault ha confermato la notizia, ha parlato di un «livello molto preoccupante», di una crisi di «eccezionale gravità », e ha annunciato che le stime di crescita della Francia per il 2013 dovranno essere riviste al ribasso rispetto all’1,2 per cento previsto.
I dati Istat sul crollo italiano dei giovani senza lavoro hanno subito riaperto il dibattito politico sulle vie da intraprendere per provare davvero a favorire la crescita in questo periodo di crisi economica.
Il segretario della Cgil Susanna Camusso ha detto che i numeri «sono molto pesanti, soprattutto per lo straordinario aggravarsi della condizione giovanile», ha ribadito che la vera «emergenza nel nostro Paese è il lavoro» e ha espresso forte preoccupazione per il dato delle giovani donne del Mezzogiorno, aggiungendo poi che «quel poco che si muove nell’occupazione giovanile è tutto in forma precaria».
I precari infatti hanno raggiunto, secondo l’Istat, il massimo storico: tra dipendenti a tempo e collaboratori arrivano a circa 3 milioni, tutte persone che al momento non hanno alcuna certezza sul proprio futuro.
«I dati Istat sulla disoccupazione sono un bollettino di guerra — conferma il segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini —. Non bastano più analisi e parole, servono azioni incisive e coordinate in un patto sociale per lo sviluppo e il lavoro.
Tutto il mondo politico reagisce alle notizie che arrivano dall’Istituto di statistica. «Nessun paese può permettersi di perdere un’intera generazione, tantomeno l’Italia», ha sostenuto ieri Laura Ravetto, responsabile propaganda Pdl e membro della commissione Finanze della Camera. Ravetto ha chiesto che nel convocare le parti sociali, il governo consideri anche «le organizzazioni in rappresentanza del mondo giovanile». «La situazione non è più sostenibile», sono state le parole di Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio, secondo cui «i dati Istat di luglio evidenziano un ulteriore peggioramento e impongono un rapido cambio di passo nelle politiche del governo sui temi del lavoro e dello sviluppo».
«Il governo Monti raggiunge un nuovo primato da incorniciare: quello del record della disoccupazione», contesta il presidente dei senatori dell’Idv, Felice Belisario, e aggiunge che la responsabilità  di questa situazione sta tutta nelle «politiche recessive del governo dei tecnici», tanto che i dati, inutile illudersi «sono destinati a peggiorare». Massimiliano Fedriga, responsabile Lavoro e Welfare della Lega chiede al governo di battere un colpo e di prendere una posizione davanti a questi dati. «Numeri così negativi — dice — non si erano mai visti, eppure non una parola, non un commento, non una presa di posizione, non un mea culpa da parte del ministro Fornero, che evidentemente è ancora al mare a fare i bagni».
L’Udc, con Luca Volontè, sottolinea che «è tempo di parlar chiaro: esiste un piano per valorizzare l’opportunità  rappresentata dai giovani in Italia? Il tempo passa e la tragedia aumenta».
Mariolina Iossa

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