Un fabbisogno di 59 miliardi per le banche spagnole Madrid ne chiederà 40 alla Ue
MADRID — La Spagna chiederà all’Europa almeno 40 miliardi di euro per ricapitalizzare e salvare metà delle sue banche. Cifra più bassa rispetto al fabbisogno di 59,3 miliardi di euro (53,7 al netto delle misure di integrazione in corso e degli attivi differiti) stimato dagli stress test della società di controllo statunitense Oliver Wyman, presentati ieri dalla Banca centrale spagnola e dal ministero dell’Economia. La notizia arriva il giorno successivo al varo della dura manovra finanziaria (curiosamente anche quella pari a 40 miliardi di euro) del governo guidato da Mariano Rajoy: l’attesa degli esiti degli stress test ha innervosito le Borse che ieri, in Europa, hanno chiuso tutte in ribasso (Milano -2,17%).
Oliver Wyman ha preso in esame 14 istituti di credito, circa il 90 per cento del settore. Sette di questi hanno passato l’esame a pieni voti: Santander, Bbva, Caixabank, Sabadell, Bankinter, Unicaja Cecss e Kutxabank sono risultate con i conti in regola e non denunciano particolari sofferenze. Per altre cinque la situazione appare invece grave: Catalunya Bank avrà bisogno di 10,8 miliardi, Novacaixa Galicia di 7,2, il Banco de Valencia di 3,5, il Banco Popular di 3,2. Infine Bankia, già sotto tutela pubblica, la prima finita sotto i colpi della crisi, avrà bisogno di una iniezione di ben 24,7 miliardi.
La cifra finale degli stress test ha comunque fatto tirare un sospiro di sollievo alle autorità spagnole e a quelle europee. Il governo temeva il tracollo e per questo aveva inizialmente prefigurato insieme a Bruxelles un pacchetto di aiuti di circa 100 miliardi. Il ridimensionamento della cifra fotografa un quadro meno fosco, ma pur sempre grave: manca liquidità e sullo sfondo resta ancora l’ipotesi di una richiesta di intervento dello scudo anti-spread predisposto dalla Banca centrale europea. I sostegni più importanti al governo di Madrid sono arrivati da Bruxelles che ha applaudito per il risultato degli stress test: era un test vitale e tutti gli organismi internazionali e europei ne erano coscienti. Jean Claude Junker, capo dei ministri finanziari dell’eurozona, si è detto «rassicurato » per il verdetto sul sistema creditizio iberico. Così l’Autorità bancaria europea (Eda) che parla di «passo importante ». Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, è «felice» del risultato. «Contribuirà – si è augurata – a ricostruire un sistema bancario più solido. E questo consentirà di rilanciare il credito con un effetto sull’occupazione ». Il piano di ricapitalizzazione andrà in porto entro novembre. Un momento di pausa per il traballante governo conservatore.
L’impatto sociale delle misure adottate ieri l’altro dal Consiglio dei ministri è devastante. Gran parte degli osservatori economici nutre forti dubbi sull’efficacia della manovra. I più critici considerano il risultato dell’esame sulle banche come una ciambella di salvataggio lanciata ad un Esecutivo in mezzo ad una tempesta che rischia di diventare perfetta.
L’aumento del 2 per cento delle pensioni, esaltato dal governo, è visto solo in chiave elettorale: si vota in Galizia, Catalogna e Paesi Baschi. In queste tre regioni le pensioni, oltre alla disoccupazione, sono un tema centrale. Gli spagnoli restano profondamente scettici. Ci sono continui posti di blocco e piccoli cortei che paralizzano il centro di Madrid. Protestano tutti. Dai pompieri, ai medici, ai professori, ai funzionari statali. Stasera nuovo appuntamento degli indignados nella piazza Neptuno per assediare ancora il Parlamento.
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