Terremoto, 40 indagati per i capannoni

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MODENA — Il 29 maggio morirono in undici. Operai, imprenditori, un ingegnere sepolti tra le macerie dei capannoni che si sbriciolavano sotto i colpi del terremoto. Alcuni erano tornati proprio quel giorno al lavoro con la paura che un nuovo sisma, dopo quello di una settimana prima, potesse travolgerli in fabbriche già  lesionate. Così è stato e oggi, dopo tre mesi e mezzo dal terremoto dell’Emilia, i cui danni sono lungi dall’essere riparati, la procura di Modena ha recapitato almeno quaranta avvisi di garanzia a progettisti, installatori e proprietari di quei capannoni caduti giù come fossero di cartone. Gli undici morti furono a Medolla, Mirandola, San Felice, nelle fabbriche Haemotronics, BBG, Aries, Meta. Tre le accuse ipotizzate: disastro, omicidio e lesioni, tutti con l’aggettivo colposo. «Un atto dovuto per svolgere le perizie necessarie a capire che cosa è successo a quelle strutture e se ci sono responsabilità  in un evento così imprevisto come quel terremoto», precisa il procuratore di Modena Vito Zincani, il quale aveva già  annunciato tempo fa che gli indagati per la strage provocata dal sisma sarebbero stati numerosi. Una perizia è stata affidata al professor Tomaso Trombetti dell’Università  di Bologna, esperto in strutture industriali che in 90 giorni dovrà  rispondere ai quesiti della procura, soprattutto
se sono state rispettate le normative antisismiche al momento della progettazione e le normali perizia e prudenza. Una ricerca delle responsabilità  â€” se saranno accertate — complicata dal fatto che normalmente i capannoni crollati erano prefabbricati e quindi ordinati già  pronti, salvo l’installazione. Capannoni presentati con i depliant e concepiti questi tutti con lo stesso criterio, cioè con i pilastri orizzontali non legati a quelli verticali di sostegno ma sostanzialmente soltanto posati. Progettati per resistere non al movimento ondulatorio del sisma, ma solo alla forza del vento e alla gravità . Gli imprenditori sostengono che tutti sono stati realizzati in base alle norme antisismiche del momento, modificate solo dopo il 2006. Ma si aggiunge il problema del pericolo trascurato dopo il sisma del 20 maggio, che fece già  crollare tre fabbriche nel ferrarese (anche lì altri 28 indagati per quattro turnisti morti nottetempo).


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