Talidomide, l’ultimo insulto per 20mila bimbi malformati le scuse mezzo secolo dopo

by Sergio Segio | 2 Settembre 2012 12:22

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MAI delle scuse sono state accolte con tanto gelo. I produttori del talidomide – il farmaco usato contro la nausea in gravidanza che ha causato la nascita di migliaia di bambini malformati – si sono detti «sinceramente dispiaciuti» a 50 anni di distanza dalla scoperta degli effetti collaterali. Il medicinale, sintetizzato nel 1953 dalla tedesca Grunenthal, fu frettolosamente ritirato dal mercato tra il 1961 e il 1962 dopo aver colpito tra 10 e 20mila bambini. Nel chiedere alle vittime «di considerare il nostro silenzio come un segno dello shock che la vostra sorte ci ha causato», il direttore della Grunenthal, Harald Stock, ha ribadito che la casa farmaceutica «ha rispettato le procedure di sperimentazione in vigore negli anni ’50». Le sue parole, che mirano a chiudere la porta alle richieste di risarcimento, sono state pronunciate a Stolberg, sede dell’azienda, in occasione della presentazione di una statua dedicata alle vittime: una bimba priva di tutti e quattro gli arti.
“Parole patetiche”. “L’ennesimo insulto”. “Scuse tardive e piene di ipocrisia”. Le reazioni delle associazioni dei pazienti, interessate piuttosto alle compensazioni finanziarie per le loro vite rovinate, sono state durissime. «Le vittime nel nostro paese – ha detto Vincenzo Tomasso, presidente dell’Associazione thalidomidici italiani – non hanno ricevuto un centesimo dalla Grunenthal. Sarebbe bello se alle parole corrispondessero i fatti».
Il talidomide impedisce lo sviluppo degli arti o di alcuni organi interni del feto. Ma all’epoca la sperimentazione di nuovi medicinali non prendeva in considerazione le donne in gravidanza. Ci sono voluti quasi 10 anni prima che un medico australiano scrivesse a The Lancet per denunciare il numero enorme di malformazioni associate all’uso del farmaco. Nel frattempo il talidomide era diventato diffusissimo in 46 paesi fra Europa, Australia, Canada e Giappone. Gli Stati Uniti rifiutarono il permesso di vendita grazie all’ostinazione di una farmacologa, Frances Oldham Kelsey, per nulla persuasa che i test sulla sicurezza della Grunenthal fossero esaustivi. Per le resistenze opposte alle pressioni dei distributori americani del talidomide, la dottoressa Kelsey fu premiata dal presidente Kennedy nel ’62. Da allora vennero applicate regole molto più severe per i test di sicurezza dei nuovi medicinali.
Le richieste di risarcimento alla casa farmaceutica tedesca (6mila i sopravvissuti nel mondo, 300 in Italia) oggi puntano proprio sui deficit di sperimentazione. I legali di una vittima in Australia hanno presentato in tribunale un documento che certificherebbe come i primi segni di pericolosità  fossero emersi due anni prima del ritiro. Oggi il talidomide viene usato in alcune rare forme di tumore e nella lebbra. Mai, in nessun caso, viene somministrato in gravidanza.

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