Spagna in bilico. Berlino frena sul salva-Stati

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ROMA — La Germania frena sul rafforzamento del fondo salva stati. Il portavoce del ministro delle Finanze definisce «illusoria » e «del tutto irrealistica» l’ipotesi di un incremento delle risorse Esm (a 2 mila miliardi) grazie anche alla partecipazione dei privati. Lo stop tedesco arriva a poche ore dall’atteso faccia a faccia tra il cancelliere Angela Merkel e il presidente della Bce, Mario Draghi, in programma stamani: per il banchiere è la seconda visita a Berlino da quando, lo scorso novembre, è approdato all’Eurotower, è la prima da quando ha deciso possibili acquisti illimitati di titoli pubblici dei paesi in difficoltà , il cosiddetto scudo anti-spread, varati nonostante
il no della Bundesbank. Secondo fonti tedesche si tratterà  di «discussioni riservate», di «uno scambio di punti di vista» sulla crisi del debito sovrano, sul rapporto della troika per Atene, sull’eventuale salvataggio della Spagna e, non ultimo, proprio sull’Esm. Al termine, non sono previste conferenze stampa. Subito dopo però, Draghi terrà  un discorso pubblico alla Federazione dell’industria tedesca.
Il summit a due arriva dopo una settimana di relativa quiete sui mercati. Ieri lo spread è risalito a quota 349 e le Borse tutte hanno perso un po’, con Milano che lascia sul campo lo 0,78% del valore. Di nuovo la Germania ha venduto bund a tassi negativi. Preoccupa il caso Spagna, ovvero l’incertezza del governo Rajoy, definita dal commissario Almunia «rischiosa», sul lanciare o meno un Sos a Bruxelles: la Borsa di Madrid, non a caso, è la peggiore. Intimoriscono ancora le sorti della Grecia. Ma, soprattutto, preoccupa lo stato di salute dell’economia.
Il premier italiano Mario Monti è convinto che l’Italia sia ormai «uscita dalla lista dei paesi che minano la stabilità  della zona euro»; giura che il 2013 sarà  in crescita, anche se il motore economico nazionale «si riavvierà  lentamente»; pronostica insieme all’Ocse che, se si va avanti sulla strada delle riforme – strada obbligata, secondo l’organizzazione parigina – nel giro di dieci anni la crescita sarà  del 4%. Ma nel frattempo, in Europa la recessione morde, ovunque il Pil viene ricorretto al ribasso (in Italia, meno 2,4%) e giusto ieri, per il quinto mese di fila, è sceso il temuto indice Ifo, quello che misura la fiducia delle imprese tedesche: è peggiore delle attese ed è ai minimi da marzo 2010. Per colpa della crisi che incalza lo stesso Fmi s’appresta a ritoccare al ribasso le sue stime, ad appena tre mesi dall’ultima revisione: il numero
uno Christine Lagarde vedrà  la signora Merkel domani, sempre a Berlino: forse ci sarà  anche Draghi. Dopo si trasferirà  a Tokyo per l’assemblea annuale, quella che riunisce i ministri e i banchieri centrali di tutto il mondo. La signora comunque ha già  fatto sapere che la ripresa è «più debole» del previsto e che l’Europa resta l’epicentro della crisi, «dove è più urgente intervenire ».
Sarà  forse anche per questo che la Banca d’Italia decide di rafforzare le sue posizioni sulle questioni europee. Il governatore Ignazio Visco infatti fa entrare nel Direttorio, con la qualifica di vicedirettore generale, Fabio Panetta, 53 anni appena, l’economista che cura tutte le attività  dell’eurosistema, compreso il Financial Stability Report, il nuovo rapporto sulla stabilità  finanziaria. Coprirà  la posizione lasciata vacante da Anna Maria Tarantola, oggi alla guida della Rai.


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