by Sergio Segio | 13 Settembre 2012 6:30
In primo luogo, naturalmente, per le condizioni poste dai giudici. La Sà¼ddeutsche Zeitung titola oggi in prima pagina che i 190 miliardi di impegni tedeschi nel meccanismo europeo di stabilità vengono limitati, ma aggiunge che il Parlamento li può aumentare. Certo, tutto questo è possibile. Se sarà , come appare non improbabile, necessario. Ma il ricordo delle tensioni nella coalizione di governo che si sono registrate nelle votazioni precedenti sui salvataggi europei è ancora molto recente. I dissensi, le prese di distanza, l’appoggio in alcuni casi determinante dell’opposizione (che anch’essa non è senza problemi perché cerca visibilità in vista delle elezioni dell’autunno 2013 ma non può allontanarsi dalla scelte pro-Europa del governo) sono i segnali di un quadro politico instabile che può ulteriormente aggravarsi. La cancelliera si risparmierebbe volentieri, quindi, nuove battaglie al Bundestag, in particolare con i cristiano-sociali che guardano anche al voto della Baviera. E intanto le decisioni della Bce sugli acquisti di titoli di Stato dei Paesi indebitati hanno aperto un nuovo fronte, nel quale gli euroscettici della coalizione vogliono coinvolgere anche la Corte costituzionale.
Poi, c’è un problema di strategia, verso quell’obiettivo, «più Europa», che sia Angela Merkel che il ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble hanno indicato come la grande priorità . La prospettiva è quella dell’Unione politica, ma i «togati in rosso» non hanno chiarito, fino a questo momento, il rapporto tra il rispetto della Costituzione e le possibili ulteriori cessioni di sovranità nazionale che i piani del governo tedesco richiedono. Ieri hanno stabilito, come ha detto il presidente della Corte, che l’approvazione dell’Esm non è stata sostanzialmente in contrasto con «l’esigenza costituzionale che la sovranità di bilancio resti nella mani del Parlamento». Questo per quanto riguarda oggi. Ma domani? A Karlsruhe non si arretra di un centimetro sulle prerogative e i diritti del Bundestag nel processo di integrazione. È stato proprio Andreas Vosskuhle a sottolineare in passato che, nel caso di nuove attribuzioni di competenze all’Unione Europea, la Germania dovrebbe darsi una nuova Costituzione e consultare il popolo. Un referendum sull’Europa è un’ipotesi che non manca oggettivamente di pericoli. E a saperlo per prima è proprio la cancelliera.
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