SOCCORSO ROSSO

Loading

Desta così qualche stupore l’incertezza manifestata in queste ore da Nichi Vendola sull’opportunità  di una sua candidatura nella corsa verso la leadership dello schieramento di centrosinistra. Specialmente se motivata con la necessità  di capire la sua posizione nell’inchiesta che lo vede coinvolto nello scandalo della sanità  in Puglia. Una vicenda indubbiamente seria, ma nota da tempo.
Più verosimile è invece il fatto che questa storia delle primarie ha assunto una piega inedita con la candidatura del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, configurando una sua incongrua sovrapposizione con una battaglia tutta interna alla linea politica del Pd, come se le primarie avessero decisamente sterzato deragliando dall’iniziale percorso: non più una contesa per l’investitura del futuro candidato alla guida del centrosinistra ma un cavallo di Troia congressuale per diradare le nebbie di un partito, il Pd, alla ricerca della propria identità . Al punto che ai nastri di partenza di queste elezioni primarie sono più i nomi piddini che quelli esterni al partito di Bersani. Con il rischio, per il segretario del partito, di non raggiungere una maggioranza significativa di consensi. Dunque un passo indietro, un soccorso rosso vendoliano per rafforzare Bersani.
Se sta qui il vero motivo della mossa di Vendola, è naturale porgli qualche domanda.
Non sarebbe questa nuova contendibilità  della leadership nazionale e di governo una ragione importante per condurre in campo aperto una battaglia di contenuti? E, di conseguenza, non sarebbe un’ammissione di subalternità  politica fare un passo indietro e così disinnescare la scommessa «contro il populismo e il liberismo» di cui il leader di Sel continua a professarsi alfiere? Se allearsi con il Pd non significa ammainare la bandiera di un’alternativa di sistema (e la firma di Vendola per i referendum sull’articolo 8 e 18 lo testimonia) sottrarsi alla sfida delle primarie non contraddice clamorosamente quella firma?
La situazione politica italiana somiglia oggi a un’equazione con troppe incognite. A cominciare dall’indecoroso balletto dei partiti sulla legge elettorale, proseguendo con la pantomima di Berlusconi, fino alle spericolate prove tecniche di democrazia telematica di Grillo. Aggiungere al menù anche questa partita a scacchi sulle primarie certo non aiuta lo sfiduciato elettore a ritrovare la speranza di una sinistra unita, come la durezza della crisi sociale pretenderebbe.


Related Articles

Grillo sul palco (senza politica): stasera niente parolacce

Loading

GENOVA — «Stasera niente parolacce, al massimo due “perbacco”…». Il teatro Politeama Genovese è pieno. La gente ride. Beppe Grillo prende in giro l’amico Gino Paoli con ricordi che trasudano affetto. Non ci sono blog in agguato.

A Tarantini 800 mila euro dal premier

Loading

L’imprenditore dal giudice: aiuti ogni mese da un anno, ma nessuna estorsione

Governo, muro contro muro sulla TAV. I 5Stelle pronti a chiudere il caso Diciotti

Loading

A giorni il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, grillini verso il no. Ma sulla strada dei gialloverdi restano parecchie mine

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment