Siria, l’ultimatum dei ribelli “Attaccheremo gli aeroporti civili”
ANTIOCHIA — I ribelli dell’Esercito siriano libero (Esl) hanno lanciato un ultimatum alle poche compagnie aeree che ancora volano su Damasco e Aleppo, prima di dare l’assalto agli aeroporti civili delle due città . La notizie proviene da un network russo, e precisa che l’ultimatum di 72 ore è scattato ieri sera. «Il regime criminale siriano usa gli aeroporti civili per il decollo e l’atterraggio degli aerei da combattimento », afferma un portavoce dell’Esl citato da Russia Today.
Secondo l’emittente russa, che è vicina al regime del presidente Bashar Al Assad, e per questo è stata criticata dalla Commissione Onu sulle stragi di civili nel Paese per alcuni suoi resoconti orientati a incolpare i ribelli dei massacri, «i ribelli sono convinti che il regime sia stato costretto a usare gli scali civili dopo gli attacchi agli aeroporti militari di Abu Dhuhur, nella provincia di Idlib, e quello di Rasmi al-Aboud nei pressi di Aleppo ».
Al momento, a Damasco risultano ancora attive la Syrian Air, la Air Arabia, la Egyptair, la Ethiopian Airlines, la Sudan Airlines e la Emirates. L’ultima compagnia internazionale a ritirarsi è stata la Etihad Airways, degli Emirati Arabi Uniti, che ha sospeso i voli due giorni fa. I siti di monitoraggio sugli armamenti mondiali stimano che il regime di Damasco disponga di almeno 441 Mig di vario genere, alcuni di ultima generazione, 4.707 missili terra-aria e circa 200 elicotteri da combattimento. A questi bisogna aggiungere un numero imprecisato di bombardieri e intercettori. E’ dunque poca cosa il magro bottino di guerra — due o tre caccia distrutti, qualche mitragliatore sequestrato ai lealisti — che gli insorti hanno mostrato in questi giorni.
Intanto, secondo Patrick Mc-Cormick dell’Unicef, la settimana passata è la «più sanguinosa dall’inizio della rivolta in Siria, 18 mesi fa, con 1.600 morti tra i quali molti bambini». Nel Paese, gli sfollati hanno raggiunto quota 1,2 milioni di persone, 150.000 dei quali a Damasco e nei suoi sobborghi. La metà di questi è sotto ai 18 anni. Secondo l’Unicef, in Siria e nella regione si sta verificando «una delle emergenze umanitarie più gravi degli ultimi decenni» a livello mondiale. E mentre alcuni quartieri di Damasco della capitale sono dalla serata nuovamente sotto pesanti bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione governativa, ieri sono stati 89 i siriani uccisi in diverse località del Paese.
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