Sciopero di cittadinanza a Cinecittà , prove di resistenza alla crisi
Un pezzo di Roma prova a reagire alla crisi. Per il X Municipio della Capitale giovedì sarà una giornata di mobilitazione «generale». L’hanno chiamato «Sciopero di cittadinanza» perché a scendere in piazza nel pomeriggio non ci saranno solo i lavoratori alle prese con licenziamenti, cassa integrazione e con il «potere di aziende che si permettono di tutto», ma un vero e proprio pezzo di città . Operatori delle cooperative sociali, insegnati precari, sindacati, comitati di quartiere.
Al loro fianco il presidente del municipio, Sandro Medici, che racconta di «persone in carne e ossa che vivono situazioni sempre più difficili». Il tentativo è quello di mettere insieme i vari pezzi di territorio «che stanno pagando il frutto acido di questa crisi e provano ad opporsi», afferma Sandro Medici che spiega come all’inizio di settembre il consiglio municipale ha firmato all’unanimità un ordine del giorno in cui si impegna a fare di tutto per arginare licenziamenti e cassa integrazione crescente. «Da un lato le sempre più numerose vertenze lavorative, dall’altro i tagli alla spesa sociale imposti, anche a livello nazionale, dalle politiche di pareggio di bilancio che ricadono sui territori cui diviene impossibile dare risposte». L’appuntamento è per le 17.30 a Piazza Cinecittà , davanti alla sede del X Municipio e a pochi passi dagli studi cinematografici, dove da maggio i lavoratori sono in lotta contro il piano industriale del presidente di Cinecittà Studios, Luigi Abete. Il corteo poi proseguirà lungo via Lamaro a fianco degli uffici del call center di Almaviva, «che ha messo sul piatto della trattativa la cassa integrazione per più di seicento persone, il settanta per cento delle quali vive proprio nel Decimo municipio, non per mancanza di commesse ma perché la società vuole spostarsi in Calabria» spiega Marco Volpi, Rsu di Almaviva. Ma non solo Cinecittà Studios e Almaviva. C’è l’ippodromo di Capannelle «di proprietà pubblica lasciato al suo destino di crisi del settore da un’amministrazione comunale che non intende rilanciarlo con nuovi progetti». C’è Autogrill «che ha messo in cassa integrazione una cinquantina di lavoratrici che tra poco perderanno anche questo ammortizzatore sociale». C’è il Banco di Bilbao «alle prese con i licenziamenti di decine di persone» spiega Gianni Leonetti (Cgil), segretario della Camera del lavoro di Roma Sud che giovedì sarà in piazza. Persone che non solo lavorano nel X Municipio ma che, in molti casi, ci vivono. Così oltre alla perdita di numerosi posti di lavoro, la città «in questo caso un’area municipale di duecentomila abitanti, dovrà subire ulteriori, inutili, colate di cemento». Licenziamenti e speculazione. Un binomio rituale nella denuncia di quanti manifesteranno giovedì. «L’idea di mettere in relazione le singole vertenze fra di loro e queste con il territorio nasce dalla consapevolezza che i siti produttivi vengono smantellati per fare posto alla rendita e a speculazioni private» spiega Alessandro Luparelli della rete Cinecittà bene comune, che raccoglie molte di queste realtà , e da cui è partita l’idea della giornata di «Sciopero cittadino». Per il consigliere comunale di Roma in Action, Andrea Alzetta, «una risposta moderna alla crisi in grado di bloccare la città ». L’obiettivo di giovedì non è solo quello di «dare respiro alle diverse battaglie». Lo «Sciopero di cittadinanza del X Municipio» vuole essere un punto di partenza. Il tentativo «di tracciare e proporre un modello di città diverso ed alternativo basato su un nuovo utilizzo delle risorse, sulla valorizzazione delle professionalità , sul potenziamento dei servizi sociali».
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