Poeti in preda al male della parola

Loading

La vigilanza di Merini sulle proprie parole, normalmente già  scarsa, qui risulta completamente in disuso: la poetessa è preda di una lingua dilaniata e oscura, ma, nello stesso tempo, questa cattiva riuscita poetica ci consegna in regalo un’evidenza: l’imperversare della follia e le relative cure fanno di lei una triste paranoica, le cure le disvelano l’angusto reale che ella non sopporta e dal quale era sempre fuggita grazie alla candela accesa in permanenza nella sua anima – poesia di luce e trasfigurazione, parola-verbo di rinnovamento e di benedizione: dove il suo grido era sempre altissimo e teso in una pure disperata forma di speranza, gli elettrochoc le schiacciano la testa sulla superficie polverosa e fredda delle cose.
Ne rimane dunque il prezioso documento di un’evidenza: la «follia» poetica, il mal della parola, è di qualità  radicalmente opposta a quella clinica, la quale è cinica, depauperata, angosciata. Sotto la pressa farmacologica le anime sanno di vuoto, sanno di calma chimica e di oppressione. La gestione psichiatrica era una sottile e ferocissima dittatura perché privava i corpi del rispetto dovuto: nei reparti vegetavano creature dissanguate da uno spreco mortale, prive di libertà , si spostavano grumi di materia distonica e stonata, caduta nella propria solitudine, nella infezione di una solitudine senza rimedio, dove invece la poesia ficca letteralmente le piume nelle clavicole dei poeti, mette in loro una libertà  essenziale e l’intensissima qualità  morale del prendere la parola a nome del coro umano.
L’internato psichiatrico è solo come il più solo degli uomini. Il poeta prende la parola in vece dell’intera umanità . Questa la differenza. Questa la qualità  della gioia senza rimedio dei poeti. Questa la forse involontaria denuncia politica della parolacorpo Alda Merini.
Quando Merini era poetessa, infatti, la follia ne faceva un’ispirata: la visionarietà , il suo tutto-pieno (il rovescio buono di una desertica angoscia), rompeva con costanza la membrana che tiene le cose dentro le tre dimensioni del reale. Tutto il mondo per lei era già  slittato permanentemente nella sua dimensione ulteriore. Era come una morta che guarda ai vivi con una disumana compassione.


Related Articles

LEONARDO, LA GUERRA E GLI UOMINI BESTIA

Loading

Che cosa è effettivamente rappresentato nella “Battaglia di Anghiari”

Il valore d’uso di Marx

Loading

Pensiero critico. Dal lontano Ottecento alle aspre dispute teoriche del secolo breve. Ai nodi irrisolti del presente. In tre volumi una accurata e mai consolatoria storia del marxismo per Carocci

CHE COS’E’ UNA SCONFITTA

Loading

Il romanzo di barnes sugli uomini mancati del nostro tempo   Esce in Italia “Il senso di una fine” vincitore del Man Booker Prize Un libro sul fallimento che riprende alcuni classici da James a LarkinLa capacità  dell’autore è quella di produrre l’apocalisse senza tragediaIl narratore è un uomo medio, mediocre. La sua è un’epica banale, di tranquille rinunceIl suo grande peccato è non avere immaginazione Per capire se stesso e gli altri 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment