Passera gela Alcoa: «Difficile salvarla»

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CAGLIARI. Ieri intorno alle 11 due operai Alcoa scalano una delle torri più alte della fabbrica per dire «no» alla chiusura decisa dalla corporation americana; alle 16,30 le agenzie battono, dalla festa del Pd a Reggio Emilia, la seguente dichiarazione del ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera: «Sulla vicenda Alcoa non dobbiamo nasconderci che siamo di fronte a una situazione quasi impossibile e di scarsissimo interesse per possibili investitori . Tenere aperta Alcoa costa, ma siamo disponibili a farlo se ci sono compratori. Intendiamo anche rispettare i patti. C’è un accordo ben preciso, sottoscritto da tutti: se non lo rispettassimo perderemmo di credibilità  in altri accordi per gestire fasi più difficili di altre aziende». In Sardegna è un’immediata levata di scudi: a Passera replicano duramente i lavoratori Alcoa, i sindacati e tutti i partiti. Il ministro corregge il tiro, ma lievemente. La sostanza resta: «La vicenda Alcoa non è chiusa, assolutamente no. Ho detto solo che la situazione è difficile e ad oggi non abbiamo un impegno, ancora, da parte di nessuno. Però lavoriamo, e lavoreremo fino alla fine dell’anno. Se necessario anche tutto l’anno prossimo».

Ancora tesissima, quindi, la situazione in Sulcis. Ieri mattina la giornata è cominciata con il gesto disperato di due operai che sono saliti a settanta metri d’altezza su uno dei silos dell’impianto di Portovesme. È successo durante l’assemblea dei lavoratori, convocata per fare il punto sulla vertenza e per preparare la manifestazione a Roma di lunedì 10, giorno in cui è fissato un nuovo incontro con i vertici Alcoa al ministero per lo sviluppo economico. La macchina organizzativa per la trasferta nella capitale è già  all’opera: i sindacati stanno cercando di portare a Roma almeno cinquecento operai dell’impianto di Portovesme, accompagnati anche dagli amministratori, commercianti e cittadini comuni, che hanno già  aderito alla mobilitazione di tutto il Sulcis. Nei prossimi giorni ci sarà  anche un incontro con i sindaci per definire alcuni aspetti del viaggio dei lavoratori che dovrebbero partire sabato da Cagliari per Civitavecchia con ritorno a Olbia. Riguardo la motivazione dello slittamento da oggi a lunedì prossimo dell’incontro al ministero dello sviluppo economico, i sindacati hanno riferito agli operai in assemblea che «è motivato dalla necessità  di effettuare un approfondimento tecnico tra governo e Glencore venerdì 7 settembre e che, a fronte di una graduale fermata degli impianti, è stata data la disponibilità  per posticipare la data della riunione». Per alleggerire la tensione, infatti, Alcoa ieri ha annunciato che lo spegnimento delle celle dello stabilimento sardo, iniziato lunedì scorso, da domani sarà  rallentato. «Il programma comunicato ai sindacati per la progressiva e controllata fermata dell’impianto di Portovesme – ha comunicato l’azienda – è in vigore senza alcuna modifica, salvo la sospensione dell’applicazione del bypass dei terzi blocchi, con fermata istantanea di 85 celle, originariamente prevista per il 7 settembre ed ora posticipata alla prossima settimana».
In sostanza, la fermata delle 85 celle elettrolitiche citate da Alcoa nella sua nota slitterà  alla prossima settimana in attesa dell’esito dei due incontri fissati a Roma al ministero dello sviluppo economico: quello del 7 settembre con la multinazionale svizzera Glencore, potenziale acquirente della fabbrica, e quello di lunedì con i sindacati, la Regione, gli amministratori del territorio e la stessa Alcoa.
Di fronte alle dichiarazioni di Passera, per la prima volta il segretario nazionale del Pd ieri ha battuto un colpo: «Mai come in questo momento – ha detto Bersani a margine di un incontro con i delegati sindacali – è necessario ricondurre l’attenzione della politica al problema delle attività  produttive, i territori non devono e non possono essere privati delle loro risorse». «Siamo in momento molto delicato, a un passaggio molto difficile – ha aggiunto il segretario Pd – e la nostra solidarietà  va tutta ai lavoratori. Noi crediamo che non si possano abbandonare presidi dell’importanza dell’Alcoa. Bisogna moltiplicare gli sforzi per dare una continuità  produttiva a stabilimenti come quelli di Portovesme».


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