Passera: Fiat dica perché in Italia non guadagna

by Sergio Segio | 21 Settembre 2012 6:41

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SAN PAOLO — «La Fiat dovrà  spiegarci perché non riesce a guadagnare in Europa e in Italia, a differenza dei suoi concorrenti. I suoi innegabili successi in Brasile dimostrano che quando si è in sintonia con un Paese i risultati arrivano». Non anticipa cosa dirà  a Sergio Marchionne nell’incontro di domani sul caso Fiat, ma le parole di Corrado Passera da San Paolo sono abbastanza esplicite: al governo il Lingotto deve spiegazioni, i numeri sul tracollo del mercato non bastano. Chiediamo a Passera se è accettabile — come si giustifica Marchionne – continuare a finanziare le perdite operative in Italia con i guadagni oltreoceano. «È la domanda che il governo farà  alla Fiat, perché non c’è scritto da nessuna parte che in Europa non si possa guadagnare con l’auto. Ci sono esempi chiari di successi, marchi importanti che stanno aumentando la loro quota di mercato — dice il ministro dello Sviluppo economico — Dobbiamo capire qual è lo specifico, perché la Fiat non mostra risultati altrettanto interessanti. Mi auguro che i vertici dell’azienda ci dicano come intendono competere alla pari con i concorrenti che stanno ottenendo margini».
Sono riflessioni che arrivano nel luogo giusto: Passera è soddisfatto per quello che ha appena visto e sentito qui in Brasile sul lavoro delle nostre imprese, e concentrato sul tour de force che lo attende a partire da oggi, di ritorno in Italia. Ha appena incontrato Cledorvino Belini, il numero uno della Fiat in Brasile, che gli ha mostrato il progetto del nuovo stabilimento alle porte di Recife, 250.000 auto all’anno, 2 miliardi di euro di investimenti. «Quando si segue bene un Paese, nel bello e nel cattivo tempo, si ottengono risultati clamorosi. Qui la Fiat ha dimostrato serietà  e visione di lungo termine». Senza polemiche, chiude Passera, andiamo ora a sentire quello che hanno da dirci sull’Italia e l’Europa.
Anche per il premier Mario Monti, l’incontro di domani sarà  un «significativo momento di dialogo» perché il governo ha sollecitato le parti sociali a impegnarsi insieme per migliorare la produttività . Però dalla Fiat ci aspettiamo «un quadro informativo aggiornato sulle strategie, in particolare sugli impegni in Italia», aggiunge il premier. Di «dialogo e non monologo», parla anche Elsa Fornero, l’altro ministro che sarà  presente all’incontro con il vertici del Lingotto.
«Ho difficoltà  a parlare del caso Fiat, un’azienda che non fa più parte della Confindustria — ha detto il leader Giorgio Squinzi — ma ritengo importante che ci sia un colloquio con il governo. Un grande Paese industriale non può non avere una forte industria automobilistica». La vertenza, per Maurizio Landini di Fiom-Cgil, è una occasione per ricompattare il sindacato, dopo le lacerazioni dei mesi scorsi. Fiom ora propone assemblee unitarie in ogni stabilimento Fiat e l’impegno delle sigle a non firmare più accordi separati. Anche per il sindacato è il Lingotto adesso a dover dare spiegazioni al governo, su cosa è cambiato rispetto agli impegni presi in passato.

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