Monti attacca lo Statuto dei lavoratori “Frenò l’occupazione”. Insorge la Cgil

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ROMA — Alcune norme dello Statuto dei lavoratori volevano proteggere i lavoratori, ma hanno creato disoccupazione. Parola di Mario Monti. Il presidente del Consiglio, per questo attacco sceglie il congresso annuale della Società  italiana di scienza politica in corso all’Università  Roma Tre. «Certe disposizioni dello Statuto dei lavoratori, ispirate all’intento molto nobile di proteggere la parte più debole, ritenuta essere quella del lavoratore, hanno potuto contribuire a determinare insufficiente creazione di posti di lavoro », dice il presidente del Consiglio. Un intervento in videoconferenza che riapre il dibattito sull’articolo 18, infiammaancor di più la polemica sui referendum di Vendola e Di Pietro, divide la “strana maggioranza”, spacca i sindacati. Così, visto l’effetto, in serata, Palazzo Chigi, spiega che la frase di Monti è un’autocitazione da un discorso del 1985. E dunque «non c’era nessun intento polemico legato all’attualità  politica ». Parole che comunque si intrecciano con quelle di Elsa Fornero. «Lascio a Monti le sue dichiarazioni », dice il ministro del Welfare. Ma la Fornero rivendica l’efficacia delle modifiche all’articolo 18. «Sono una buona premessa per fare più occupazione Immediata scatta la reazione di Susanna Camussso. «Penso che sia la dimostrazione che questo governo non ha idea su cosa fare per lo sviluppo e la crescita. Pare che il governo abbia esaurito qualunque spinta propulsiva», dice il segretario generale della Cgil. In fondo parole pacate. Se si paragona a quella che viene da sinistra. «Quello che dice Monti non mi stupisce: è il governo più antioperaio della storia», dice Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista. «Il mio pensiero diverge radicalmente da quello del presidente Monti e questa riflessione mi spinge ancora di più a militare nel campo del referendum », spiega Nichi Vendola, leader di Sel. Anche Antonio Di Pietro è molto duro. «Sarebbe un semplice errore se a criticare l’esistenza dello Statuto dei lavoratori fossero due persone ubriache in un bar di periferia. E un dolo, una malvagità  gravissima fatta dai cosiddetti professori», dice il leader dell’Idv. Anche dal Pd arrivano commenti molto negativi. «Frase palesemente sbagliata – dice Massimo D’Alema -. Primo perché la riforma si è fatta. L’ha fatta lui per di più, che polemica apre?». Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, commenta: «Mala tempora… Oggi il problema non è certo l’articolo 18». E Sergio Cofferati, dice che le parole di Monti «mettono molta tristezza» perché «sono la prova di un vuoto di proposte». L’ex segretario della Cgil, ricorda anche che proprio ieri il Parlamento europeo ha bocciato la direttiva Monti 2, restrittiva della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero: Questa proposta di Monti commissario europeo, conclude Cofferati, dimostra che «tutto si tiene». In questo clima Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, spiega invece che le ultime modifiche non hanno toccato l’articolo 18. Anzi lo hanno migliorato. E i referendum sono un polverone elettorale. Monti e Bonanni sono uniti dal neoliberismo, crirtica il segretario nazionale Cgil Nicola Nicolosi. Appoggio pieno arriva dal Pdl. «Monti dice cose giuste sullo Statuto dei lavoratori. Noi e Monti sull’argomento abbiamo le stesse idee», dice Angelino Alfano.


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