Milano, perché l’Area C è stata un successo
Il 25 luglio scorso una sezione del Consiglio di Stato ha deciso di sospendere l’Area C di Milano, la congestion charge decisa dal Comune che regola il traffico cittadino nel centro della città . L’Area C era stata contestata dal proprietario di un parcheggio che aveva presentato ricorso: con il calo degli ingressi delle auto in città , il suo lavoro era stato danneggiato. L’Area C è stata attivata il 16 gennaio scorso, dopo il successo del referendum del 13 giugno del 2011 in cui il 79 per cento dei milanesi partecipanti al voto aveva espresso il proprio consenso. La Giunta comunale ha deciso che l’Area C sarà ripristinata dal 17 settembre prossimo e le telecamere che controllano l’ingresso nel centro saranno riattivate. Il Comune ha fatto alcune modifiche al provvedimento per andare incontro alle indicazioni del Consiglio di Stato su alcuni aspetti e ha fatto una convenzione con l’autorimessa che aveva presentato il ricorso. Per entrare all’interno dell’Area C bisogna pagare 5 euro, a eccezione dei residenti che devono pagare 2 euro – ma hanno una quota annuale di ingressi gratuiti – e i veicoli di servizio 3 euro.
Il periodo di sperimentazione della congestion charge si concluderà a marzo 2013, poi il provvedimento dovrà essere ridiscusso in Consiglio comunale. Nel nuovo documento c’è anche un protocollo d’intesa con l’Associazione provinciale autorimesse. Le aziende potranno applicare tariffe competitive rispetto a quelle della sosta a pagamento gestita dal Comune lungo le vie del centro. L’Area C sarà attiva da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19.30. Il giovedì l’Area C sarà disattivata alle 18. Il sabato e la domenica e nei giorni festivi l’Area C non è attiva. Il sito LaVoce.info analizza e spiega i numeri – positivi da tutti i punti di vista – del periodo in cui l’Area C è stata attiva, elencando e spiegando i suoi benefici per la città .
Sospesa da una discussa ordinanza del Consiglio di Stato, torna la congestion charge milanese. Intanto, i dati mostrano chiaramente che Area C è stata un successo. Ha ridotto gli ingressi in città del 34 per cento. La minor congestione ha contribuito al calo delle emissioni di tutti i principali inquinanti locali. La velocità dei mezzi pubblici di superficie è aumentata del 6 per cento e gli incidenti sono scesi del 28 per cento. Paradossalmente, proprio la sospensione estiva ha fatto piazza pulita della tesi che la riduzione del traffico fosse dovuta alla crisi economica.
Non tutte le ordinanze del Consiglio di Stato vengono per nuocere. O meglio, anche se danni ne fanno, e parecchi, riescono a far emergere informazioni interessanti per i policy makers e per gli appassionati del genere (senza che i togati consiglieri se ne avvedano). Ecco la storia.
L’ORDINANZA DEL CONSIGLIO DI STATO
Il 25 luglio scorso, una sezione del Consiglio di Stato presieduta da Luciano Barra Caracciolo, emanava l’ordinanza 2898 con cui sospendeva l’esperimento milanese di regolazione del traffico cittadino, noto come “Area C”. Lo sconcerto e lo stupore per la carenza di motivazione dell’ordinanza (ma alcuni giuristi mi dicono che è normale nell’accoglimento delle “istanze cautelari”) hanno lasciato spazio a scientifica soddisfazione quando alcuni dati circa gli effetti della sospensione sono stati resi noti. Questi dati, infatti, consentono di confutare una tesi che i detrattori di Area C hanno spesso esposto con baldanza, anche se privi del conforto dei numeri. La tesi, in sintesi, è che la riduzione del traffico registrata a Milano in Area C dall’inizio dell’esperimento è dovuta principalmente alla crisi economica e all’esosità fiscale del governo Monti, che hanno reso tutti un po’ (o molto) più poveri e hanno ridotto la circolazione dei veicoli in tutta Italia. I dati raccolti dall’Agenzia mobilità ambiente e territorio di Milano (www.amat-mi.it/documenti/monitoraggio-area-c/, che rilevano gli ingressi ora per ora in Area C, ci dicono che il contributo della crisi economica alla riduzione del traffico è ridotto e che, invece, l’effetto di area C è stato notevole.
I NUMERI PRIMA, DURANTE E DOPO AREA C
Ma andiamo con ordine e diamo prima una rapida occhiata ai risultati ottenuti a fine giugno dal provvedimento invocato dal 79 per cento dei votanti milanesi (il 49 per cento degli aventi diritto) nel referendum del 13 giugno 2011, deliberato dalla giunta Pisapia il 4 novembre 2011 ed entrato in vigore il 16 gennaio di quest’anno.
In questo periodo, dunque, gli ingressi nell’Area C si erano ridotti in media del 34 per cento rispetto a quelli verificatisi nel 2011, quando sulla stessa area (quella compresa nella cosiddetta cerchia dei Bastioni) era già attivo l’“ecopass” istituito dalla giunta Moratti. L’obiettivo fissato dall’amministrazione comunale era una riduzione degli ingressi compresa tra il 23 e il 28 per cento. Si può dire, quindi, che l’obiettivo fosse stato abbondantemente raggiunto e, anzi, superato. Nella più ampia area milanese, nel periodo gennaio-maggio 2012, si era registrata una riduzione media del traffico rispetto allo stesso periodo del 2011 pari al 6,9 per cento, che sale al 7,6 per cento se si guarda alla fascia oraria (7,30-19,30) in cui l’ingresso all’Area C è sottoposta a pedaggio (5 euro, ridotti a 2 per i residenti, oltre i primi 40 ingressi gratuiti).
La velocità commerciale dei mezzi pubblici di superficie era aumentata del 6 per cento e gli incidenti si erano ridotti del 28 per cento.
La minor congestione aveva contribuito al calo delle emissioni di tutti i principali inquinanti locali: Pm10 totale (-22 per cento), ammoniaca (-15 per cento), ossidi di azoto (-20 per cento), anidride carbonica (-22 per cento) e le concentrazioni di Black Carbon risultavano significativamente più basse che nella fase precedente l’avvio del provvedimento (fino a -40 per cento).
(continua a leggere sul sito di LaVoce.info)
Related Articles
Stati Uniti. Dopo l’aborto, la Corte suprema all’attacco dell’ambiente
Una sentenza devastante dei giudici super conservatori annulla i poteri regolatori dell’agenzia di protezione ambientale degli Stati uniti e prosegue l’opera demolitoria che aveva iniziato Trump con l’abbandono dei trattati di Parigi
Gargano. Una Penisola in rovina
Sei mesi di pioggia in 24 ore devastati spiagge e camping panico sul Gargano, 2 vittime