L’ultimo sondaggio: il centrodestra al 20%
ROMA — Disaffezione, impotenza, sconforto. Tutti termini che si attagliano alla perfezione a una buona metà dell’elettorato che, oscillante tra la disillusione e l’indignazione, non esprime alcuna preferenza nel panorama dei partiti italiani e si appresta a disertare le urne. Sono i dati prevalenti dei sondaggi di questi giorni, rafforzati dall’ennesimo scandalo della Regione Lazio e da una crisi che non si può neanche più definire antipolitica, perché coinvolge anche chi prova a tirarsi fuori, come i grillini. A registrare il dato è Euromedia Research, che in due settimane fa registrare un aumento di quasi due punti degli indecisi, superando il 47 per cento.
La politica diventa sempre più invisa agli italiani, costretti a subire nuovi spiacevoli particolari sulla cattiva gestione della cosa pubblica da parte di amministratori e politici. Dalle risposte date agli intervistatori, si ricava un quadro che viene definito di «consapevole impotenza», ovvero dell’impossibilità da parte dei cittadini di vedere un rimedio qualunque di fronte a una classe politica che sembra incapace di autoriformarsi. La percentuale degli indecisi ormai sfiora il 50 per cento e la cifra fa diminuire, in termini assoluti, i consensi per i partiti. Chi sperava che sarebbe stato soprattutto il Pdl a subire l’onda negativa dello scandalo laziale, rimarrà deluso dai dati di Euromedia Research, istituto di sondaggi considerato vicino a Silvio Berlusconi. Se il Pdl resta immobile, in termini percentuali, sul 20 per cento, il Pd cresce molto lievemente, di uno 0,5 per cento, attestandosi intorno al 26. Come a dire che lo scandalo colpisce trasversalmente i partiti.
Ma anche chi punta su quella che viene impropriamente definita antipolitica, non ha molto da rallegrarsi. Perché anche i nuovi arrivi, come il movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, segnano il passo. Dopo il boom di qualche settimana fa e il calo, fisiologico ma anche dovuto ai contrasti tra il leader e Giovanni Favia, i grillini continuano lentamente a scendere, non avvantaggiandosi dello scandalo.
Chi resta ferma sui suoi voti è la Lega Nord, forte di uno zoccolo duro poco sensibile agli eventi della quotidianità politica. Ma resta stabile sulla sua percentuale anche il premier Mario Monti, la cui soglia di «credibilità » si abbassa in coincidenza di provvedimenti che incidono sui portafogli degli italiani, ma che continua a ottenere la fiducia del 45 per cento degli italiani.
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