by Sergio Segio | 17 Settembre 2012 7:35
Da quel fatidico 14 febbraio 1989, la ricompensa per chi dovesse eseguire la sentenza ha raggiunto i 3,3 milioni di dollari. Stavolta “l’aggiornamento” del premio è stato anticipato di qualche mese sull’onda dei tumulti provocati dal video anti-islamico L’innocenza dei musulmani.
La fondazione 15 Khordad ne ha subito approfittato: «Finché lo storico decreto di Khomeini non sarà eseguito, gli attacchi (contro l’Islam) come quelli contenuti nel film che offende il Profeta, proseguiranno», dice l’ayatollah Sanei. «L’ordine di uccidere Rushdie aveva lo scopo di sradicare il complotto antiislamico, e questo è il momento più adatto per metterlo in pratica. Perciò aggiungo 500 mila dollari al compenso». Abituato «a vivere sotto la fatwa» da un ventennio, con la poco invidiabile palma d’avere innescato per primo il delirio dei fondamenta-listi, Rushdie per ora non commenta.
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