by Sergio Segio | 23 Settembre 2012 8:21
Dovevano essere la svolta per amministrare meglio l’Italia. Dovevano esser più vicine ai cittadini, conoscere meglio i problemi dei territori, evitare gli errori di ministri che da Roma decidevano magari di fare un impianto chimico su una costa incontaminata senza mai averla vista prima. A distanza di qualche decennio, le Regioni che dovevano essere una soluzione si sono spesso rivelate (non sempre, sia chiaro: spesso) un problema. Piccoli staterelli governati da una classe politica di persone perbene ma anche di piccoli satrapi di provincia prepotenti, rapaci, insaziabili. Fare il punto delle cose che non vanno è l’unico modo per cambiare davvero.
ARREDAMENTO
In Largo Carlo Goldoni 47, dove comincia via Condotti, gli inquilini protestano per i lavori «ciclopici» (parola di uno di loro) che da mesi vanno avanti in un grande appartamento al quarto piano. Dovrebbe ospitare una sede di rappresentanza nel cuore di Roma per la governatrice Renata Polverini che sulla Cristoforo Colombo si sente evidentemente un po’ fuori mano. Per questo la Regione Lazio, proprietaria dell’immobile, ha già impegnato 45.363 euro per gli arredi. Questione di decoro: scrivanie, e poltrone dell’Ikea parevano troppo spartane. L’aspetto più divertente, si fa per dire, è che il Consiglio regionale per risparmiare aveva rinunciato dopo mille polemiche al proprio «pied-à -terre» a Piazza San Silvestro.
BUSTA PAGA
Stando al sito ufficiale Parlamentiregionali.it il più pagato dei presidenti delle assemblee regionali è il lombardo Fabrizio Cecchetti della Lega Nord: 14.766 euro al mese netti compresi i rimborsi massimi. Segue il pugliese vendoliano Onofrio Introna: 14.595. Quindi il siciliano pidiellino Francesco Cascio: 14.193. Il meno pagato è il toscano Alberto Monaci, del Pd: 6.901. La retribuzione più elevata per un semplice consigliere è in Lombardia: 12.666 netti al mese, rimborsi massimi compresi. La più bassa in Emilia-Romagna: 5.666 euro. Grazie a vari meccanismi di rimborsi, diarie e prebende varie però nessuno (neanche il capo dello Stato) può guadagnare quanto il presidente di una commissione parlamentare siciliana che abiti a più di 100 chilometri da Palermo: 17.476 euro netti al mese. Contro i 13.823 lordi (lordi) che prende il segretario dell’Onu Ban Ki Moon. Rispetto al numero degli abitanti, un deputato regionale costa un centesimo e mezzo l’anno a ogni lombardo o emiliano, 5,2 a ogni calabrese, 7,7 ad ogni friulano, e su su 16,5 a ogni lucano e 38 a ogni molisano. Per non dire della Val d’Aosta: 57,4.
CONSIGLI REGIONALI
Scegliendo di andare alle elezioni anticipate di ottobre Lombardo ha fatto un regalo a tutti i professionisti della politica regionale siciliana. Se si fosse votato alla scadenza naturale, Camera e Senato (forse) sarebbero riusciti ad approvare in tempo nella doppia lettura il taglio dei deputati (da 90 a 70) all’Ars. Taglio votato dall’assemblea, tra squilli di trombe e tromboni, nella speranza che poi fosse vanificato da qualche colpo di scena. Come è puntualmente avvenuto. Peccato. Perché la legge voluta da Giulio Tremonti per obbligare le assemblee regionali a ridimensionarsi con una sforbiciata di 343 seggi era riuscita anche a superare i ricorsi alla Consulta di 11 Regioni. Anche il Molise, dove per il Tar si dovrebbe tornare al voto, rischia di avere ancora 30 consiglieri anziché 20.
DIPENDENTI
La Regione Siciliana paga un numero di stipendi quindici volte superiore a quello della Lombardia e la sola presidenza ha più dipendenti (1.385 contro 1.337) di Downing Street. Ma in giro per l’Italia ci sono situazioni non meno assurde. La Regione Lazio, devastata dalla cementificazione, ha un settore parchi con 868 dipendenti. Più, grazie a un aumento di poche settimane fa, 68 dirigenti. Quanto all’assemblea regionale la pianta organica è di 610 impiegati più 59 (uno ogni 10 soldati semplici) dirigenti per un totale di 669 ma in realtà ci lavorano in 786. Il che significa che, se alla Camera e al Senato ci sono 2,7 dipendenti per ogni parlamentare, alla Regione Lazio ce ne sono 11: undici! Il quadruplo. Grazie anche al contributo del presidente del Consiglio, il ciociaro Mario Abbruzzese, che ha uno staff di 18 persone (Barack Obama ne ha 21) più 9 collaboratori. Quasi tutti, ha ironizzato il Messaggero, di origine ciociara.
ETERNITà€
«Festeggerò vent’anni di presidenza della Regione Lombardia, poi mi dedicherò ad altro», ha detto Roberto Formigoni a Piero Chiambretti un paio di settimane fa. Il governatore lombardo si imbullonò a quella sedia nel 1995 e non si è mai più alzato. Vent’anni sono tanti. Leonid Breznev ne durò 18. Nikita Kruscev 11. Oggi in Europa solo il bielorusso Alexander Lukashenko, insediatosi nel 1994, è in sella da più tempo. Il caso Formigoni non è isolato. Vasco Errani è alla guida dell’Emilia-Romagna dal ’99, Michele Iorio del Molise dal ’98. Viva la stabilità , ma oltre un certo limite segnala un problema. Ha ragione Antonio Martino: i politici sono come i pannolini, vanno cambiati spesso.
F ORMAZIONE
Si è visto di tutto, in questi anni. Compresi i corsi per il «Body dream massage», il «Merletto Macramè» o l’addestramento dei maestri di sci in Campania e in Sicilia. Dove la spesa per i corsi di formazione, che assorbono la metà di tutti i formatori italiani, è arrivata a una media di 280 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni. E appena la Regione ha abbassato i tariffari preferendo un’eccezione solo in presenza di allievi disabili, c’è stato un boom di disabili…
G RUPPI CONSILIARI
Ce ne sono 74, sparsi fra tutte le Regioni italiane, con un solo consigliere. Il caso più incredibile è quello del Molise: 30 consiglieri, 17 gruppi di cui 10 composti da una sola persona. Nemmeno le Marche scherzano: nove monogruppi su 43 consiglieri. E che dire del Piemonte? Tra gli otto monogruppi uno si chiama «Uniti per Bresso» (ci sta sola soletta Mercedes Bresso) e un altro «Insieme per Bresso», dove sta solo soletto Andrea Stara. E può il Cavaliere dividere il Pdl? Può: a Bolzano Maurizio Vezzali è uscito dal partito per fondare il suo partitino che si dice ultra ortodosso: il «Pdl Berlusconi per l’Alto Adige». Inutile dire che un gruppo, anche se mono, dà diritto a finanziamenti, auto blu, collaboratori e anche qualche soldo in busta paga in più. Nel Lazio, 891 euro netti al mese.
H ANDICAP
Paolo Nanni, ex capogruppo dell’IdV in Emilia-Romagna, è accusato di aver girato per un sacco di tempo col contrassegno dei disabili di sua suocera, morta due anni prima: «Non pensavo di doverlo restituire».
I POCRISIA
Costretta a ridurre il numero dei membri, l’Assemblea regionale del Veneto ha deciso di avere un consigliere ogni 100 mila abitanti ma essendo i residenti di «razza Piave» 4.400.000 gli eletti sarebbero solo 44. Troppo poche poltrone per tanti aspiranti. E così, per superare i 5 milioni e avere sei seggi in più, sono stati contati come veneti anche gli extracomunitari che sono oltre mezzo milione. Peccato che quegli immigrati non possano votare anche perché la Lega Nord, che governa il Veneto con Luca Zaia, ha fatto del rifiuto del diritto di voto ai «bingo bongo», per usare le parole di Roberto Calderoli, una delle sue battaglie campali. La leggina è sospesa perché impugnata dal governo.
JUNIOR
Dopo avere fatto eleggere il fratello Angelo alla Camera, Raffaele Lombardo candida alle prossime regionali il figlio Toti. Il quale andrà ad aggiungersi a una lunga lista di figli di papà fatti entrare in politica. Indifferente alle prevedibili ironie, il ragazzo saluta i siciliani da tutti i muri con uno slogan indimenticabile: «Liberi di crederci». Credere in cosa: nel riscatto siculo attraverso i rampolli dei vecchi satrapi padroni delle tessere?
L IBRI
«Abbiamo voluto intensificare la capacità di risposta al bisogno, scrivendo belle pagine di solidarietà con l’emozione di chi ha finalmente avuto voce». Ecco perché, spiega nella prefazione, il presidente del consiglio regionale calabrese Franco Talarico ha voluto celebrare la propria attività con il libro «Il senso delle scelte compiute»: 65 foto di Sua Eccellenza, 125 pagine di pensieri e parole, 140 mila euro di spesa.
M AIALI
Ai tempi in cui era sobria, la politica italiana ricominciò dopo la guerra con la «Comunità del porcellino» dove Amintore Fanfani, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira vivevano con spirito francescano. Poi vennero «i Tre Porcellini» napoletani e infine il «Porcellum» ed era in qualche modo fatale che la crisi delle Regioni venisse segnata dal maiale, una delle maschere preferite alla trimalcionica festa di Carlo De Romanis. Gira e rigira, alla Polverini sarà tornata in mente la poesia di Trilussa: «La Vorpe, ner compone un ministero / chiamò tutte le bestie meno er porco: / Un portafojo a quello? Ah, no davero! / — dice — Nun ce lo vojo. È troppo sporco / E difatti pur’io lo stimo poco / — je disse er cane — e nun je do importanza: / ma un majale ar Governo pò fa’ gioco / p’avé l’appoggio de la maggioranza».
NOMINE
È bastato un passaggio in una leggina intitolata «misure urgenti in materia di contenimento della spesa» al governo marchigiano presieduto da Gian Mario Spacca, per confermare a tempo indeterminato, senza concorso, la nomina di 16 (sedici) dirigenti regionali compreso il segretario generale della giunta. Avevano l’incarico a termine. Con un colpo di bacchetta magica è diventato posto fisso. Giustificazione: «Si tratta di 16 posizioni insopprimibili e il prossimo anno ci sarà il blocco dei concorsi». Qualcuno ha eccepito un problema di costituzionalità : non si fanno così i dirigenti pubblici… I precedenti nelle altre Regioni, del resto, erano tanti. Tantissimi nel caso della Sicilia dove Raffaele Lombardo prima d’andarsene ha distribuito un centinaio di poltrone dirigenziali. Un solo promosso, Eugenio Trafficante, ha dovuto declinare: era in galera.
O PTIONAL
«Scusi, come ha speso quei 139.000 euro ritirati al bancomat?», ha chiesto il magistrato a Silvestro Ladu, uno dei 21 ex consiglieri regionali sardi sotto inchiesta per aver usato a modo loro i fondi per i gruppi. E lui: «Posso rispondere solo in generale…». «Erano a fini istituzionali anche le spese del carrozziere per le auto di famiglia?». «Talvolta sottraevo la Punto e la Golf ai miei familiari per esigenze istituzionali del Gruppo…». «In che senso la spesa di 553 euro per lavori di carrozzeria e montaggio sensori parcheggio attiene alle finalità istituzionali?». «Sempre per le ragioni che ho illustrato. I sensori di parcheggio sono molto utili per la sosta…».
PALAZZI
Ottantasette milioni è il costo previsto della nuova sede del consiglio regionale della Puglia, appaltata un anno fa. Sedici ne ha spesi il consiglio regionale del Piemonte per comprare e ristrutturare la ex sede del Banco di Sicilia. Quattrocento milioni, ma c’è chi sostiene che il conto sia arrivato a 570 è la cifra monstre investita dalla Lombardia per il Pirellone bis con tanto di eliporto, ora bloccato dal Tar. Dieci ne avrebbe spesi, se non fosse scoppiata la bufera, il consiglio regionale del Lazio per due palazzine nuove. Le quali si sarebbero aggiunte a un patrimonio della Regione di 13 fabbricati e 367 appartamenti. Insufficienti, se è vero che sborsa comunque 20 milioni l’anno per gli affitti.
Q UIESCENZE
Ogni lavoratore italiano, qualunque mestiere faccia, accantona per la liquidazione un mese di stipendio l’anno: 5 anni di lavoro, 5 mesi di stipendio nella buonuscita finale. Ma non è così per i membri di alcune assemblee regionali. In Puglia e in Lombardia, ad esempio, ogni cinque anni di legislatura ogni consigliere accumula un anno di stipendio: cinque anni di lavoro, 12 mesi di stipendio nella liquidazione. Un trattamento due volte e mezzo più favorevole rispetto ai cittadini. Non basta: ai lombardi si applica una trattenuta del 25%, ai pugliesi del 3: otto volte più bassa. E le regole non sono cambiate neppure dopo la deflagrazione del caso più clamoroso. E cioè la liquidazione stratosferica dell’ex consigliere pugliese Giovanni Copertino, un ex Dc riciclatosi come berlusconiano: 492.000 euro. Più, ovviamente, un sostanzioso vitalizio.
R ISTORANTI
«La democrazia costa», dicono. E mangia pure, se leggiamo le note del Pd laziale: 9.800 euro al ristorante «La Foresta» per il catering di un convegno del gruppo Pd a Rocca di Papa, altri 8.470 alla stessa trattoria per il simposio «Idee e proposte del Pd» e poi 2.000 euro all’Enoteca Tuscia per brindare al meeting «Un anno d’opposizione in Regione» e 8.000 a «Il Pinzimonio» per un paio di incontri del partito con i cittadini… Resta la domanda: perché mai un partito dovrebbe offrire da mangiare e da bere ai propri elettori a spese delle pubbliche casse?
S OCIETà€ CONTROLLATE
Come si fa ad aggirare il blocco delle nuove assunzioni in Regioni ed enti locali? Facile. Basta fondare società controllate. Le Regioni ne hanno qualcosa come 600 (seicento!). Un solo caso tra i tanti, per rendere l’idea: Lazio Service niente altro è se non un serbatoio di dipendenti regionali che non figurano in organico alla «casa madre». Quanti sono? Un esercito: 1.370. E nel solo 2010, in piena crisi, ne vennero assunti duecento.
T AGLI
Sono stati pochini, se non per causa di forza maggiore, in questi anni. Un esempio: ricordate il caso delle «ambasciate» delle Regioni sparse per il mondo? Nel pieno delle polemiche sui costi di una certa politica, quando venne fuori che la Lombardia aveva addirittura 25 «consolati» propri, avevano giurato di ridurre e di tagliare. A distanza di qualche anno, è cambiato poco o niente. A Bruxelles, per esempio, le «ambasciate» delle 20 Regioni italiane sono 21: Trentino e Alto Adige non se la sono proprio sentita di convivere. Dicono siano uffici indispensabili per rastrellare fondi europei. Peccato che poi, spesso, non sappiano come spenderli.
U FFICI STAMPA
Hanno una cattiva stampa, le Regioni, ma sono piene di uffici stampa. Perfino agenzie di stampa. La Regione Lombardia ne ha una con dodici giornalisti e un direttore: «Lombardia notizie». Pure la Toscana ha la sua: «Toscana notizie». Quella dell’Emilia-Romagna si chiama «InformER»: 34 persone, tecnici compresi. E la Puglia poteva rinunciare a «Puglia notizie»? E l’Abruzzo, alla sua «Regflash»? Titoli delle ultime tre notizie messe in rete: «A Valentini il best italian wine award: il plauso di Chiodi»; «Europa: crisi; il discorso di Chiodi a Summit are»; «Europa: Chiodi, su crisi interlocuzione Regioni». Vi chiederete: ma chi è Chiodi? Indovinate.
V ORAGINE
«La verità è che c’è una voragine legislativa»: così il capogruppo del Pd Beppe Russo spiega come funziona il «bancomat» della Regione Campania in cui indaga la finanza. Sei milioni di euro di fondi pubblici gestiti senza alcun controllo. La metà degli 12.249.712 euro spesi dai 17 «gruppi» del Lazio, ma una cifra comunque enorme
W ELTANSCHAUUNG
TIROLESE
La «visione del mondo» dei membri della Regione Trentino Alto Adige, tedeschi e italiani insieme, è stata ribadita martedì scorso con la bocciatura di un ordine del giorno presentato da un gruppetto di consiglieri di lingua tedesca che avevano proposto di sciogliere l’ente completamente svuotato dal progressivo dilagare delle competenze delle due Province autonome. «Siamo convinti che questa istituzione non ha più senso di essere», sosteneva Pius Leitner. Niente da fare: anche se la Regione Autonoma è rimasta una scatola vuota, dove la presidente dell’assemblea Rosa Thaler era arrivata comunque (prima di una recente sforbiciata) a prendere 21.300 euro al mese cioè circa quasi cinquemila più di Norbert Lemmert, presidente del Bundestag a Berlino, la proposta è stata bocciata. I favorevoli sono stati 8, i contrari 52.
Z ANZARA
«Fiorito è meno peggio di altri consiglieri regionali del Pdl. È un porcile, hanno usato i soldi anche per fare fatturazioni false e per andare a puttane, cose che Fiorito non ha mai fatto». È la tesi espressa da Carlo Taormina, già parlamentare e sottosegretario forzista, nonché avvocato di «Er batman», l’ex capogruppo pidiellino alla regione Lazio, alla trasmissione «La zanzara» di Radio24.
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