Le ancelle, i centurioni e i maiali Alla festa c’era il governatore

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ROMA — La lista degli invitati alla festa del consigliere mascherato è lunghissima, almeno come quella di coloro che oggi, dopo la pubblicazione delle foto, giurano di non esserci stati. Le fotografie però non mentono, e allora ecco il presidente del Lazio, Renata Polverini, in alcuni scatti è accanto a tale Nino Morabito, amico del consigliere, che sulla testa ha una parrucca bionda e riccioluta; sorridono. Anche altri politici non sono sfuggiti ai flash, come Annagrazia Calabria, deputata pdl, per l’occasione Briseide. Perché il party ha come tema il ritorno di Ulisse a casa, ma invece dell’eroe c’è Carlo De Romanis, consigliere del Lazio del gruppo Pdl, nelle giare non c’è vino ma vodka, e al posto di Itaca c’è questa Roma di politici locali e rampolli dell’alta società , figli di imprenditori, di giornalisti, portaborse di europarlamentari. Quel «generone» romano che l’estate frequenta Porto Ercole, Fregene e Saint Tropez, e che vive nei quartieri bene della Capitale: Cassia, Flaminia, Parioli. Roma Nord, piazza Euclide, quasi una griffe. Circondati da belle ragazze, tutti in posa per la foto, come si fa per i ricordi che meritano d’essere conservati.

Circolo del tennis del Foro Italico, Roma, settembre 2010. Carlo De Romanis, ora trentaduenne, viene da una famiglia di costruttori, proprietari di alcuni alberghi nelle vie della Dolce Vita, ed è il figlioccio politico di Antonio Tajani, con il quale lavora a Bruxelles per quasi otto anni. Soluzione di ripiego per il giovane De Romanis che non era riuscito, nonostante 24 mila preferenze, a diventare europarlamentare. Nel 2010 la svolta: grazie proprio a Tajani viene eletto nel Lazio, nel listino bloccato di Renata Polverini, senza neanche bisogno di racimolare preferenze. Ottiene il ruolo di vicecapogruppo e festeggia in quel modo lì, conciato da Ulisse che torna a casa, giovani ancelle, euforia diffusa. «Ho pagato tutto di tasca mia», ripete lui da giorni, dopo che «Batman» Fiorito aveva sussurrato di un’altra festa in costume, più recente e stavolta ambientata nell’antica Roma, negli studi di Cinecittà , costata cinquantamila euro. De Romanis annuncia querela per diffamazione, «quella nota spese sbandierata da Fiorito in realtà  era solo un preventivo, il party a Cinecittà  non c’è mai stato».
E comunque è questo che preoccupa De Romanis, oggi, il possibile collegamento tra la sua festa e lo scandalo dei soldi della politica dirottati su cene, ostriche e champagne che sta travolgendo la Regione Lazio. Non sembra preoccupato da altro, e il perché è nelle parole di un suo amico che pretende l’anonimato: «Del resto, se hai trent’anni e vuoi festeggiare un’elezione non è che vai a Lourdes». E però quella festa forse non è piaciuta a tutti: Fiorito raccontò dell’assessore Stefano Cetica, assessore al Bilancio, andato via da Cinecittà  «disgustato». Inutile chiederlo a Cetica, perché lui dice solo di «non essere mai stato a una festa negli studios in vita mia». In quella al Foro Italico però c’è stato di sicuro, è nelle foto. E accanto a De Romanis, immortalati dai fotografi, c’erano anche altri: ci sono ragazzi con maschere di maiale, gente che si bacia, mani che sfiorano seni o glutei. C’è anche Annagrazia Calabria, vicina di casa a Fregene del consigliere mascherato, amica di famiglia. Il figlio di Bruno Vespa, Alessandro. Riccardo Monaco, ufficio stampa al Senato. Nessuno, tra loro, si è mai sorpreso di quella festa perché Carlo De Romanis non ha mai nascosto questa sua passione per i party in maschera: «Nel 2003 ne ho fatta una all’Auditorium per i giovani del Ppe. Ci ho rimesso ventimila euro». Faceva feste anche a Bruxelles, quasi sempre al Jeux d’Hiver, un locale alla moda. E per gli appuntamenti dei giovani italiani del Ppe organizzava viaggi di suoi coetanei direttamente da Roma. Partivano a decine, c’è chi dice a centinaia. Qualcuno, in quegli incontri, ricorda anche l’allora premier Silvio Berlusconi accolto come un riferimento, un esempio.


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