La7, ora spunta anche Murdoch
MILANO — Diventa affollato il parterre di società del settore televisivo, italiane e straniere, che manifestano il loro interesse all’acquisto della 7. Dopo Mediaset, l’elenco – ricco di una quindicina di nomi, ma di cui solo sette avranno accesso alla fase finale comprende anche il magnate australiano Rupert Murdoch. Con la sua Newscorp, che in Italia controlla la pay tv Sky e il canale di digitale terrestre Cielo, ha chiesto di avere accesso al memorandum con i dati sensibili dell’emittente controllata da Telecom Italia Media.
Questa bagarre il settore dei media con prepotenza non solo al centro dell’attualità economicofinanziaria, ma anche del dibattito politico. Soprattutto se si tiene conto che l’industriale Diego Della Valle ieri sera, collegato con la trasmissione L’Infedele – proprio sul canale La7 – ha confermato le indiscrezioni secondo cui sarebbe salito oltre il 10 per cento della Rizzoli: «Lo sanno le autorità competenti per il mercato, lo sanno i vertici di Rcs, sono cresciuto molto nell’azionariato, come è sempre stata la mia volontà e come ho sempre dichiarato».
E siccome stiamo parlando di società quotate in Borsa, gli investitori, nella seduta di ieri, hanno espresso il loro giudizio muovendo i titoli a Piazza Affari. Tanto interesse per La7 ha ovviamente premiato le azioni di Telecom Italia Media: hanno guadagnato il 13,51%, riuscendo a fare prezzo soltanto dopo la prima ora di contrattazioni.
Piace meno, invece, l’idea che Mediaset possa partecipare alla gara, visto che il titolo del gruppo della famiglia Berlusconi ha perso il 2,2 per cento. Gli investitori tra le altre cose – sono spaventatati anche da un report di Mediobanca (consulente assieme alla banca americana Citigroup dell’operazione di vendita di La7). L’analista di Piazzetta Cuccia scrive: «Non ci sorprenderemmo se Mediaset decidesse di dare il via a un aumento di capitale per finanziarie un’eventuale operazione. In alternativa, potrebbe decidere di non pagare alcun dividendo per i prossimi tre anni».
Ma non è detto che per il prossimo 24 settembre, i duellanti principali del mercato “privato” televisivo siano ancora in gara. Dal quartier generale di Sky a Milano
confermano che il loro è un interesse solo difensivo. A giugno, l’amministratore delegato Angelo Zappia ha già spiegato: «Guarderemo i documenti, però intendetelo come un modo per avere comprensione del mercato e non come specifico interesse ad acquistare». Da Mediaset, invece, si dovrebbe sapere qualcosa di più già oggi: è prevista una riunione del Comitato esecutivo del Biscione che dovrebbe decidere se proseguire o meno nella gara.
Intanto, nel dibattito politico si inserisce la società civile. Libertà e Giustizia, il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione e Libera Informazione, in una nota, chiedono «all’AgCom e al ministro dello Sviluppo economico di intervenire» per bloccare l’eventuale passaggio di La7 a Mediaset e sollecitano i partiti a esprimersi, «a maggior ragione in una fase prelettorale delicata e importante come quella attuale».
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