“Inchiesta Antimafia sulla ‘ndrangheta a Roma” Si muove la Commissione
ROMA – La commissione parlamentare Antimafia è pronta ad aprire un’inchiesta sulla collusione tra imprenditori romani e boss della ’ndrangheta nella capitale, documentata dal servizio di Repubblica di ieri. Bufera sul dirigente della Provincia Salteri: «Ignoravo che l’uomo delle intercettazioni fosse un boss».
Il bubbone mafioso che sta crescendo a Roma sarà presto oggetto di un’indagine della commissione parlamentare Antimafia. Il presidente Giuseppe Pisanu, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe annunciarla già lunedì. Intanto, dopo l’inchiesta di Repubblica sui “compari” romani, imprenditori e faccendieri della capitale che stanno offrendo alla ‘ndrangheta i canali e i contatti per inserirsi nel tessuto economico, è il senatore del Pd Luigi De Sena a dare qualche anticipazione. «Sul caso di Roma un’indagine conoscitiva andrà fatta – dice il vicepresidente della commissione – speriamo che questa legislatura abbia il tempo sufficiente per approfondire il fenomeno, già sotto il faro della procura distrettuale e della prefettura».
Prima della scadenza del mandato, l’Antimafia produrrà la relazione finale nella quale una parte consistente sarà dedicata proprio a Roma. Le parole di De Sena però lasciano intuire quale sarà la linea guida del documento. «L’attività di contrasto alle madie è eccezionale – aggiunge il senatore – basta vedere il numero dei sequestri. Il punto debole è la prevenzione generale, per cui è necessario aggiornare la normativa. I mutamenti del modo di operare delle mafie, ‘ndrangheta in primis, lo impongono».
Non sono solo le istituzioni a lanciare l’allarme. «Da quando la crisi si è aggravata – osserva Lino Busà , presidente di Sos Impresa, associazione antiracket di Confesercenti – sempre più imprenditori si ritrovano a fare affari con i boss. Alcuni perché costretti, altri perché così sfruttano i milioni di euro della droga che la ndrangheta deve riciclare. La politica si chieda perché accanto a centinaia di imprese che chiudono, ce ne sono altrettante che prosperano senza nemmeno lavorare». La politica ieri è stata però impegnata con il caso di Vincenzo Stalteri, il segretario generale della provincia di Roma, il cui nome spunta in un’informativa del Ros di Reggio Calabria. Nel documento agli atti del processo “Meta”, un imprenditore calabrese già condannato per mafia in primo grado sostiene al telefono di avere avuto favori da Stalteri (che non è indagato e non è stato interrogato), quando era segretario di Palmi. «Il candidato sindaco del Pd Nicola Zingaretti faccia chiarezza», chiede il centrodestra. Zingaretti ha voluto una relazione scritta da Stalteri. Non solo. «Al fine di fugare ogni dubbio – si legge in una nota – ho scritto alle procure di Reggio Calabria e Catanzaro per sapere se esistano contestazioni di reato nei confronti del mio segretario, scelto con bando di evidenza pubblica all’interno dell’Albo del ministero dell’Interno».
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