In difesa dei diritti negati
La risposta è semplicemente sì. Accogliamo l’invito di Rinaldini. Il nostro obiettivo è quello di diradare il fumo della politica attraverso temi concreti in cui ognuno deve dire da che parte sta in modo tale che i SI siano sì e i NO siano no.
Il lavoro che manca, quello precario, i diritti dei lavoratori oggi calpestati; dalla Fiat all’Alcoa, dall’Irisbus a Termini Imerese, fino alle partite Iva senza voce e rappresentanza sono i temi per costruire un’alternativa di governo con le forze migliori del paese che sono la maggioranza e che cercano una seria e rigorosa rappresentanza che sappia governare con onestà , ripristinando i diritti e la legalità previsti dalla nostra Costituzione repubblicana.
Le alleanze tra i partiti, senza questo filtro, servono solo a riprodurre i vecchi schemi politici e gli attuali gruppi di potere finanziario-oligopolistico.
Per l’Italia dei Valori la discontinuità al governo Monti, e il programma alternativo alle sue politiche neoliberiste, sono lo spartiacque per costruire, anche con i movimenti, obiettivi comuni, partendo dalla volontà di abrogare le leggi liberticide della Fornero, ma indicando soprattutto le soluzioni e le proposte per un vero esecutivo riformatore. Non a caso abbiamo presentato una proposta di legge sulla democrazia e sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro che consegna al voto libero e segreto dei lavoratori il potere di decidere sia sulla validità degli accordi sia sui propri rappresentanti. Proprio come richiesto dalle oltre centomila firme che la Fiom raccolse per chiedere democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Per passare dalle chiacchiere ai fatti siamo usciti dai palazzi e dalle consultazioni nei sottoscala, combattiamo i conflitti d’interesse e i falsi in bilancio, i privilegi e i furti della classe dirigente. Siamo distanti dalla logica di leggi elettorali che riproducono all’infinito chi ha fallito, mentre vogliamo favorire la partecipazione diretta della società civile e dei cittadini, così com’è accaduto con i referendum di giugno 2011.
Per questo, abbiamo presentato quattro quesiti referendari, due sul lavoro, uno contro i privilegi della casta e uno contro il finanziamento pubblico ai partiti. Nell’accogliere l’invito di Rinaldini che ci ha chiesto di tornare in Cassazione con un nuovo comitato promotore allargato, sottolineiamo che, in questa fase, conta molto la capacità di ognuno nel mobilitare i cittadini per generare attenzione, sensibilità e voglia di reagire. Ci servono milioni di firme per consolidare il processo di cambiamento delle idee e della classe dirigente. Saranno importantissimi i comitati di sostegno ai referendum in cui tutto il mondo del lavoro, della cultura e dell’informazione può agire per vincere.
Questi referendum possono incidere profondamente sulle scelte del prossimo governo e dell’opposizione, se dovesse perpetuarsi la continuità dell’attuale maggioranza Pd-Pdl-Udc. I primi giorni di ottobre partirà la raccolta di firme che dovranno essere consegnate entro 3 mesi. Serve quindi un’organizzazione capillare, con migliaia di volontari per i banchetti, per la certificazione, per la presenza costante nei quartieri e nei paesi. Il tempo è poco ma possiamo farcela perché l’auspicio di Rinaldini e la nostra volontà di costruire un fronte libero e democratico possano permettere l’unità di tutte le forze del cambiamento per partecipare alla rinascita del Paese. Partiamo dal riscatto e dal valore del lavoro per uscire dalla crisi e generare crescita in un paradigma dello sviluppo, che introietti un nuovo equilibrio con l’ambiente e con i tempi di vita.
*Presidente Italia dei Valori
** Responsabile nazionale Dipartimenti tematici IdV
Related Articles
«Strappi allo Stato di diritto nella lotta all’evasione»
L’accusa del Garante della privacy. La Corte dei conti: troppe tasse
IL MERCATO IMPECCABILE
La più grave crisi capitalistica dopo quella degli anni Trenta del secolo scorso, che precipitò nella grande depressione, non ha intaccato la fede liberista nell’infallibilità dei mercati, anzi del Mercato. Angelo Panebianco ne offre un perspicuo esempio quando (sul Corriere della Sera) trancia con eleganza la questione suprema della superiorità del Mercato sullo Stato come gestore specializzato efficace delle grandi interdipendenze economiche.
Le stragi dei braccianti. Dignità solo da morti
Che tragedia paradossale: la morte ci ha costretti a prendere atto della loro esistenza nel momento in cui cessano di esistere. Non possiamo più considerarli fantasmi