Ilva, il governo snobba i numeri

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Hanno contato morti e malati causati dall’Ilva. Ma gli azzeccagarbugli seminano fumo.
Mettersi a discutere adesso i dati rilasciati oggi dalla rivista scientifica “Epidemiologia & Prevenzione” su quella che gli epidemiologi chiamano mortalità  e morbilità  delle zone di Taranto vicine all’Ilva è una cosa orrenda, forse anche oscena. Per chi volesse leggersi l’articolo, ecco il link alla benemerita rivista (ricordo: fondata da Giulio Maccacaro). Chi non ha voglia di cimentarsi con i numeri, si fidi del mio riassunto. Il lavoro scientifico è stato fatto da quattro tra i più quotati epidemiologi studiosi degli effetti dell’inquinamento sulla salute su richiesta della Procura di Taranto.

Andando a vedere vita, malattie e morte di 300 mila persone, gli scienziati hanno scoperto che i ricoveri in ospedale e le morti nei quartieri di Taranto più prossimi all’acciaieria sono di più che quelli nelle altre parti della città . E che in quelle zone le persone ammalatesi o morte di cancro o malattie polmonari sono aumentate. E concludono: «Tenendo conto della stratificazione nei quartieri Paolo VI e Tamburi i livelli complessivi di mortalità  e di ricorso al ricovero ospedaliero sono più elevati rispetto agli altri quartieri di Taranto del 27-64% per Paolo VI e del 10% – 46% per Tamburi. Gli eccessi sono dovuti a tumori, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie». Amen.

Nessuna voglia di fare dell’epidemiologia un dogma, ma lo studio pubblicato da Epidemiologia & Prevenzione è impressionante. Nessuno in buona fede potrebbe dubitarne. Ma, dopo poche ore, sono cominciati i se i ma. A partire da quelli del ministro Renato Balduzzi, incaricato di proteggere la nostra salute e anche quella dei cittadini di Taranto, che minimizza e chiede altri dati. E annuncia che non tirerà  conclusioni fino a che non arriverà  un altro studio previsto per il 12 ottobre. Ma cos’altro deve sapere professore? Si rimbocchi le maniche e faccia qualcosa: quei cittadini si sono ammalati, certo non per colpa sua ma anche per colpa dell’ignavia (chissà  quanto prezzolata) della politica. Adesso a lei, professore, tocca di garantire loro cure decenti. Come la mettiamo con l’assistenza sanitaria e ospedaliera a Taranto? Mica tanto bene, mi creda.

Decenni di incuria hanno ucciso molte persone, e speriamo che l’azione della Procura induca finalmente l’Ilv a a bonificare, ma il danno fatto resta. Bisognerebbe adesso avere la decenza almeno di curare bene quelle che si sono ammalate. Oltre, naturalmente, a fermare l’eccidio. Ma questo non è in carico alla Salute. mentre sempre a Balduzzi potrebbe toccare di dare qualche informazione al collega Corrado Clini che ha detto che a Taranto la mortalità  per tumore è più bassa che a Lecce. Per fortuna che è un governo di tecnici… Qualcuno spieghi a Clini che l’epidemiologia è una scienza fatta di numeri e patologie precise e che non si danno a vanvera come non si contano i morti a spanne.

Non mi piace che il governo prenda a calci i dati scientifici. Mi è bastata la pagina pubblicitaria sui grandi giornali di Federacciaio dove abbiamo letto che le perizie sono opinabili. Ma loro sono Federacciaio e difendono i loro associati. Non mi piace ma ci sta. Il governo dovrebbe difendere noi, e la gente di Taranto.


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