Il “fondo salva stati” si farà 

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La Corte Costituzionale tedesca ha respinto i ricorsi contro il nuovo “fondo salva-stati” europeo, l’European Stability Mechanism, una decisione che costituiva l’ultimo ostacolo rilevante alla sua entrata in funzione. L’esito era quello previsto e atteso anche dai mercati finanziari, che questa mattina avevano aperto in positivo e con un deciso rafforzamento dell’euro sul dollaro. Anche se i ricorsi sono stati respinti, i giudici tedeschi hanno posto una condizione al contributo tedesco all’ESM: ovvero che questo sia limitato a 190 miliardi di euro, in caso contrario sarà  richiesto un nuovo voto del Parlamento. La somma è esattamente la quota di capitale sottoscritta dalla Germania, pari al 27,1 per cento del totale.

L’European Stability Mechanism (ESM) è un’organizzazione internazionale europea che è stata creata per sostituire l’European Financial Stability Facility (EFSF), istituito nel 2010 per garantire la stabilità  finanziaria della zona euro attraverso programmi di finanziamento agli stati membri in difficoltà . L’ESM avrà  maggiori poteri di intervento e maggiore disponibilità  economica rispetto all’EFSF, circa 700 miliardi di euro contro 500. Un punto importante è che la sua dotazione finanziaria potrà  essere usata non solo per prestare soldi ai paesi in difficoltà , ma potenzialmente anche per comprare i loro titoli di stato direttamente alle aste.

Per entrare in vigore, il trattato che stabilisce l’organizzazione – che avrà  un consiglio direttivo e sede in Lussemburgo, probabilmente – deve essere approvato da un numero di stati che contribuiscano almeno per il 90 per cento alla sua dotazione finanziaria iniziale: questo rende necessaria l’approvazione del trattato da parte dei parlamenti di tutti i maggiori stati europei. Attualmente, solo tre stati non hanno formalmente completato la procedura di ratifica: Germania (che dovrebbe fornire il 27,1 per cento dei fondi), Italia (terzo contribuente dietro la Francia con il 17,9 per cento) e Estonia. Ma mentre l’Estonia pesa solo per lo 0,2 per cento dei fondi dell’ESM e l’Italia ha concluso il percorso di approvazione, il presidente della repubblica tedesco Joachim Gauck non ha ancora firmato la legge, già  approvata dal Parlamento, proprio in attesa della decisione di questa mattina.

A inizio luglio, dopo che il Parlamento tedesco aveva approvato l’entrata in vigore del trattato, alcune associazioni e partiti di opposizione avevano presentato una serie di ricorsi contro l’ESM, sostenendo che il sistema previsto avrebbe ridotto il potere sovrano della Germania, specialmente nelle decisioni su come utilizzare i propri fondi pubblici. Tra gli altri, i ricorsi erano stati presentati dal partito politico di sinistra Die Linke, da Peter Gauweiler, un politico del partito conservatore bavarese CSU (Christlich-Soziale Union in Bayern) e da una associazione che si chiama Mehr Demokratie (“più democrazia”). L’associazione chiedeva che sull’ESM venisse fatto un referendum.

I giudici avevano chiesto al presidente della repubblica tedesco di non firmare le leggi di ratifica dell’ESM in attesa di una analisi dei ricorsi ricevuti. Formalmente, la Corte doveva decidere se accettare la richiesta di emettere una ingiunzione che bloccasse la ratifica. A luglio la Corte Costituzionale, che ha sede a Karlsruhe nella Germania sudoccidentale, aveva detto che, invece delle tre settimane solitamente richieste per prendere una decisione di emergenza, avrebbe emesso il verdetto solo due mesi dopo, fissando la data del 12 settembre. La Corte è presieduta da Andreas VoàŸkuhle, 48 anni, ed è composta da otto giudici.

Foto: ULI DECK/AFP/GettyImages


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