Il flop dei grillini in piazza a Milano solo una quarantina

Loading

MILANO — I sostenitori M5S visti da vicino, e contati quasi uno per uno – ieri in piazza nonostante le migliaia di clic non erano fisicamente più di una quarantina – sembrano animati di buona volontà , e di buoni propositi. Ma è la loro scenografia milanese a contraddirli. Colpisce subito uno «Zi’ Pietro, Italia dei venduti»: anche l’ex pm Antonio Di Pietro, nonostante difenda sempre e comunque i grillini, entra da ieri ufficialmente nel giro dei «nemici della gente». Sta sotto lo striscione intitolato «La crisi siete voi». Ed è in compagnia di «Fini-Finti», leader di Fallimento e Libertà ; di «Casini-Casino» dell’Udc intesa come Unione dei carcerati; di Bossi della Frega Nord; spunta un Berlusconi imperatore del popolo delle illegalità , c’è Vendola in svendita e il Pd si prende il classico «partito defunto». E loro? Sono, come da maglietta, i «Pericolosi per la casta». Uno schermo manda in continuazione comizi di Beppe Grillo. Si rievoca il Vaffa day di cinque anni fa a Bologna e alcuni discorsi, a parte il «mandare a casa la vecchia politica », possono inquietare: «Io voto anche contro quello che penso». E perché? «Se le persone che stanno con me vogliono un’altra cosa, li seguo, questa è democrazia». O è soviet, senza libertà  di mandato? «Io vado sempre a trovare il nostro consigliere comunale, Mattia Calise, e lo stesso fa un altro che lavora alla Scala. Nessuno da noi resta solo, la corruzione è impossibile ». Sarà  ingenuità , o che cosa?
In piazza XXV Aprile, lontani dal web, da Facebook, da Twitter molti di questi ragazzi, e anche cinquantenni, appaiono simili a quelli che un tempo si chiamavano «cani sciolti». Un po’ spersi, e un po’ assoluti. «Siete comandati da despoti?», domanda un passante. La polemica Grillo-Favia, con le frasi del consigliere sui temi della leadership e del potere occulto che potrebbe avere il consulente Gianroberto Casaleggio, quasi non li sfiora. Anzi, su un iPad si leggono le nuove posizioni, e poco dopo tutti dicono: «Se Grillo dice che era combinata, sarà  così». La spiegazione di tanta fiducia è semplice: «Tutto è sulla rete, è chiaro, e chi vuole ci va e si fa la sua opinione». Sicuro? E comunque «a Milano né Grillo né Casaleggio conoscono i nostri consiglieri, sono stati scelti dalla base». Anzi, lo stesso Grillo «è un megafono potente, ma non un leader. Il leader non c’è e siamo tutti». E Grillo è anche utile, è come «un allocco, perché la gente ha bisogno di andare dietro a qualcuno che conosce e riconosce, ma lo spazio c’è ed c’è per tutti, siamo nuovi, stiamo cambiando la politica, e dovete riconoscerlo, anche se oggi siamo pochi». Una frase che ricorre spesso è «la gente è esausta» e questi giovani e meno giovani si percepiscono come volontari e paladini, e «diamo un po’ di tempo e di vita gratis agli altri».
Uno di quelli che sono lì dal mattino dice: «Ero un sessantottino ». Un altro proviene «dalla militanza nella destra». Uno racconta che i cognati, berlusconiani della prima ora, «votano tutti per Cinque stelle». Ma non è solo una sorta di ultima spiaggia per cuori delusi: c’è qualche cosa di più, come racconta sempre la scenografia. Quella lunga serie di cartelli, uno po’ stile wanted del Far West, con le foto e i curriculum penali di politici imputati (24 Pdl e 4 Pd), di politici prescritti e condannati (il primo è Renato Farina, giornalista radiato dall’ordine per aver servito i servizi segreti). Oppure, sotto un gazebo, ecco alcuni barattoli da colpire. Mostrano i simboli dei partiti. Una ragazza, un bambino, un passante, prendono la mira: come al luna park, si direbbe, nella versione più innocente. Ma sostenere che sia l’unica versione oggi, in piazza, è impossibile. Chissà  se è diverso su Internet, sul blog, o sul pc dove si crede di cambiare l’Italia restando seduti in camera propria.


Related Articles

L’Italia dei bilanci dissestati. Tutti i Politici che rischiano

Loading

Sindaci e governatori incandidabili se si dimostra che sono colpevoli

L’antidemocrazia elettorale

Loading

CONTRO LA LEGGE TRUFFA. Le elezioni anticipate impediscono al parlamento di rivedere il porcellum. È un vulnus di cui investire la Corte Costituzionale Il rapporto disinvolto di Napolitano con la Costituzione, che aveva già  portato al “commissariamento tecnico” dell’Italia nel novembre 2011, riceve conferma in questo suo attivissimo “semestre bianco”. Allora aveva fatto strame dell’art. 59 della Costituzione (nomina dei senatori a vita), svilendolo al rango di paracadute prodromico ad un incarico di presidente del consiglio discusso soltanto con i poteri forti europei.

LA TARTARUGA PIà™ ANTIPATICA

Loading

Centonovantatré giorni. Qualcuno in meno rispetto ai 226 impiegati sette anni fa dal vogatore solitario Alex Bellini per andare con una barca a remi da Genova a Fortaleza, in Brasile. Il doppio, addirittura, di quanti ne sono bastati nel 1990 a Reinhold Messner per attraversare a piedi l’Antartide. Imprese estreme: mai però come le sfide che propone di continuo la nostra pubblica amministrazione.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment