by Sergio Segio | 29 Settembre 2012 7:08
La spartizione dei fondi pubblici, l’elargizione senza fine e ragione ai vari consiglieri e soprattutto lo smistamento sui conti personali dell’ex sindaco di Anagni erano il modo di operare di una associazione a delinquere. La veste aggiornata che la Procura di Roma sta per dare ai reati commessi nel biennio aprile 2010-luglio 2012 aggrava ulteriormente la posizione dell’uomo dei 109 auto-bonifici e di quelli che a questo punto vanno considerati non più inconsapevoli prestanome ma a tutti gli effetti complici.
Boschi e Galassi si sono aggiunti due giorni fa al loro «principale» nella lista degli indagati. Peculato, il reato contestato dal pm Alberto Pioletti e dall’aggiunto Alberto Caperna, non semplice concorso nella grandeur criminale di Fiorito. Una condivisione dei ruoli — e della firma sui conti bancari — tale da configurare appunto l’associazione a delinquere come prossimo progresso dell’inchiesta. I due segretari, hanno dimostrato gli accertamenti condotti dal Nucleo valutario della Guardia di Finanza, erano autorizzati ad operare sui conti correnti del Pdl attivi presso la filiale Unicredit interna alla sede della Regione, in via della Pisana. E a loro sono intestati alcuni assegni con firma propria sotto la «girata» a se stessi. Due quelli già attribuiti con certezza a Boschi, uno da 2.288 euro dello scorso sette maggio e l’altro di un euro più sostanzioso (un vezzo, un errore, un numero progressivo?) a giugno, il 28. Boschi, cugino di Fiorito, è stato in carica fino alla fine del 2011. Nel suo interrogatorio ha ammesso di essere a conoscenza dei movimenti bancari del capogruppo: «Tutti eseguivano le sue disposizioni». Stessa versione, anche se ritagliando per se stesso un ruolo di mero esecutore, quella di Galassi, per primo entrato negli accertamenti della Finanza. Galassi e Boschi sono stati poi messi a confronto l’uno con l’altro, dai magistrati.
E come tutte le associazioni che si rispettino, (anche) dal punto di vista giudiziario potrebbe presto entrarne a far parte almeno una donna, l’ex fidanzata di Fiorito, Samantha Reali, assunta «ad personam» dal gruppo e stipendiata, con soldi pubblici, per almeno sei mensilità . Anche lei risulta destinataria di almeno un bonifico per una collaborazione. Mentre cinque sono quelli arrivati a Mireille Lucy Rejior, matrigna dell’uomo al centro dello scandalo, per un totale di alcune decine di migliaia di euro. Era lei a occuparsi delle ville a Tenerife, parte della lunga lista di immobili di Fiorito.
Orgine dell’inchiesta e poi sua diretta conseguenza, prosegue intanto la faida interna alla dimissionata maggioranza della Regione Lazio. Dopo aver fatto piazza pulita dei suoi avversari in giunta, la governatrice Renata Polverini si è rifugiata per il weekend nel suo monolocale a Parigi. Uno scontro così aspro che avrebbe indotto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a decidere per il commissariamento del partito nel Lazio. Nel ruolo di paciere-traghettatore andrebbe il deputato siciliano Giuseppe Francesco Maria Marinello.
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