I greci: «Berlino ci deve le riparazioni di guerra»
Il governo greco ha incaricato un gruppo di esperti di valutare l’ammontare dei risarcimenti che Berlino dovrebbe ancora versare ad Atene per i crimini commessi dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Un conto in sospeso che aggiunge tensione alla delicata gestione dei rapporti tra «forti» e «deboli» nella crisi. Oltre alla stima economica, i saggi dovranno esprimersi entro fine anno sulla conformità della rivendicazione al diritto internazionale e agli accordi di pace. Saccheggi, esecuzioni, rappresaglie sui civili, le atrocità commesse dalle truppe naziste tra l’invasione del 1941 e il ritiro dalla terraferma nel 1944 sono una ferita ancora viva. La Conferenza di Parigi del ’46 impose alla Germania il pagamento di 7,5 miliardi di dollari. Secondo il vice ministro delle Finanze greco Christos Staikouras sono stati coperti solo cento milioni. Berlino ha sempre affermato di aver rispettato gli impegni. A febbraio la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha stabilito che la Germania non può più essere chiamata da tribunali stranieri a compensare le vittime di crimini commessi nel conflitto. La coalizione guidata dal conservatore Antonis Samaras ha nominato il panel in seguito a una richiesta presentata in Parlamento dai Greci indipendenti, populisti di estrema destra. Una mossa azzardata nel momento in cui il governo affronta l’ennesima ondata di proteste anti-austerità e frizioni interne alla maggioranza sul pacchetto da 11,5 miliardi richiesto dalla troika per sbloccare i prossimi aiuti. Orrori del passato e rivendicazioni del presente, una pericolosa spirale nel Paese dove Angela Merkel è raffigurata con i baffetti di Hitler. A 89 anni Manolis Glezos fa i calcoli: «La Germania ci deve 162 miliardi di euro, con gli interessi del 3% superiamo il trilione. Sugli interessi possiamo discutere».
Maria Serena Natale
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