Governo-sindacati, decreto bis sul tavolo

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ROMA — Alla ricerca della produttività  perduta sono già  cominciati i primi contatti tra le parti con l’obiettivo di arrivare a una proposta finale entro un mese come ha chiesto l’altro giorno il presidente del Consiglio Mario Monti. E se all’asse Passera-Bonanni si è allineato il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari — «sono completamente d’accordo con il segretario della Cisl» — la Cgil resta fortemente in disaccordo con questa impostazione. «Noi continuiamo a chiedere delle risposte al governo che siano qui e ora per il Paese — afferma il segretario generale Susanna Camusso —. Si esce dalla recessione solo aumentando il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati». E riformula la proposta di detassare le tredicesime. Un intervento che costerebbe dai 4 ai 9 miliardi di euro a seconda della modulazione delle fasce di reddito. Raffaele Bonanni rilancia però l’importanza di «avere un clima positivo, lo scontro in questo momento sarebbe un suicidio».

E mentre la macchina delle alleanze si rimette in moto, si amplia il contenuto del secondo decreto per lo sviluppo: gli articoli da 50 passano a 86 con alcune novità . Scompare il rinnovo tacito delle assicurazione per le auto e le moto, slitta di un anno al 2014 l’obbligo per i commercianti e professionisti di incassare solo per via bancomat, sale al 50% del costo dell’investimento il credito di imposta per le infrastrutture, verranno stanziati 150 milioni di euro solo nel 2013 per completare il piano nazionale Banda larga. In attesa che su questo provvedimento ci sia la risposta della Ragioneria per la copertura (in Consiglio dei ministri potrebbe finire domani o più probabilmente la prossima settimana) importante la precisazione del ministro del Welfare Elsa Fornero, che ieri è tornata a fissare il punto di partenza per rilanciare la competitività  del sistema industriale italiano e la produttività . E cioè l’accordo interconfederale del 28 giugno 2011: «Si lavora su quello, era un accordo di tutti, che è cosa importante, bisogna dargli applicazione». Uno dei punti più delicati della trattativa è quello della tassazione minima al 10% dello straordinario e dei premi aziendali che Bonanni reclama a gran voce. Il governo Berlusconi aveva stanziato circa 800 milioni di euro ma poi si è scoperto che il «tiraggio» è stato superiore e il governo Monti ha messo un freno. Il sospetto, questa la voce che circola, è che imprese e sindacati abbiano stipulato intese con troppa disinvoltura e ora occorrerebbe riscrivere il provvedimento per evitare «abusi».
Incassata l’alleanza di Mussari, dal fronte sindacale è Bonanni a rilanciare l’invito a lavorare per una intesa tra le parti sociali. «Se c’è buona volontà  â€” spiega a Tgcom 24 — è possibile raggiungere entro un mese l’accordo sulla produttività , serve cooperazione, non scontro». Anche Confindustria si mostra pronta. Quello del governo «non è un invito che ci coglie impreparati», spiega il nuovo direttore generale di viale dell’Astronomia Marcella Panucci, «visto che con i sindacati abbiamo un confronto sempre aperto». L’invito del governo rappresenta «una opportunità  importante su cui stiamo lavorando e siamo interessati ad andare avanti». Ma Confindustria è interessata a intercettare anche le richieste del centro sinistra e della Cgil nella definizione di una più stringente politica industriale.
«Se il tema della produttività  è importante — avverte la Panucci — e su questo fronte c’è un gap ampio da colmare, c’è un tema più ampio di competitività  del Paese che non si esaurisce con il solo tema della produttività  e che richiede interventi strutturali». E quindi politica industriale come ha ribadito da Milano l’altro giorno il presidente Giorgio Squinzi. La linea della Cgil al momento resta rigida. Non si sottrae al confronto tra le parti e l’esecutivo, ma invita Palazzo Chigi a cambiare rotta. «Dopo i provvedimenti sul rigore è ora di ripartire dal lavoro», avverte la Camusso, «e se questo non succederà , se non ci saranno risposte, servirà  la mobilitazione, fino allo sciopero generale».


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