Giù l’industria, ma la recessione rallenta

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MILANO — Sempre in caduta, ma più lentamente. È questo lo stato dell’economia italiana secondo Confindustria. Nel mese di settembre la produzione industriale è calata ancora, -5,6%, rispetto a dodici mesi fa, e -0,3% dal mese scorso. Se si guardano invece i tre mesi giugno-settembre, il calo è stato dello 0,9% sul trimestre precedente. Insomma l’arretramento continua, portando gli indici «sui minimi dall’inizio del 2009». Tuttavia – ed è questo il bagliore lontano notato dagli economisti dell’associazione degli imprenditori – «i cali su base trimestrale si sono andati attenuando dall’inizio del 2012» e «se le stime verranno confermate dai dati ufficiali, la variazione durante l’estate sarà  la meno negativa da un anno». Ad ogni modo, precisa il centro studi Confindustria (Csc), «il livello dell’attività  industriale è molto basso e lontano da quello pre-crisi». Anche gli ordini in volume sono stimati a -0,6% su agosto e a -1,3% sui dodici mesi.
Le conseguenze di una contrazione avanzata dell’economia, con il Pil per il 2012 atteso a -2,4%, sono state pesanti: secondo un’analisi degli artigiani di Mestre (Cgia) dal 2007 in Italia ci sono 988 mila nuovi poveri, 1,25 milioni di disoccupati in più e 421 mila nuovi cassintegrati. A livello nazionale tra il 2007 e il 2012, i consumi reali delle famiglie italiane hanno registrato una flessione del 4,4%. A soffrire molto sono le imprese giovanili «under 35»: in un solo anno ne sono scomparse 26 mila in tutti i settori produttivi, è il dato fornito dalla Coldiretti, che però sottolinea che ben 697 mila hanno invece resistito «alle difficoltà  economiche». La Coldiretti nota un incremento del 4,3% delle imprese agricole individuali, «una ripresa mai verificata prima, sperimentata per il 36,5% da giovani con alta scolarità  (specializzato, laureato, laureando). Il tema del lavoro è stato al centro del messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano alla Cgil: «Promuovere le scelte necessarie affinché il nostro Paese riprenda la strada della crescita e dello sviluppo, così da consolidare la coesione sociale e aprire nuove prospettive di occupazione e di futuro per i giovani», ha scritto al segretario generale Susanna Camusso, in occasione dei 106 anni della federazione sindacale, la quale ha chiesto un nuovo «patto per il lavoro»: «Il paese è impaurito e impoverito, non si può continuare a raccontargli che ci sono solo tagli e rigore. Bisogna dare delle prospettive».
Fabrizio Massaro


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